20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
La guerra di Tripoli

Libia: il Cnt si spacca: si va verso un rinvio per il nuovo Governo

Divisioni sugli incarichi: in corso «una lotta per il potere». Jalil: «Ci stiamo confrontando con la mentalità libica che vuole che ogni tribù, ogni regione, ogni città abbia la sua parte nel nuovo governo»

BENGASI - La formazione del nuovo governo provvisorio in Libia, inizialmente prevista per questa settimana, potrebbe nuovamente essere rinviata a data da destinarsi a causa dei disaccordi sulla ripartizione degli incarichi ministeriali. Un primo rinvio era già stato annunciato alcuni giorni fa. «C'è disaccordo sull'attribuzione di alcuni portafogli. Si va verso il prolungamento del mandato del Cnt, con alcuni cambiamenti, mentre proseguiranno i colloqui per la formazione del governo ad interim», ha riferito una fonte, secondo quanto si legge su al Jazeera.

Le difficoltà nei colloqui tra le varie parti erano già state confermate sabato scorso dal presidente del Consiglio nazionale di transizione libico, Moustapha Abdel Jalil. «Ci stiamo confrontando con la mentalità libica che vuole che ogni tribù, ogni regione, ogni città abbia la sua parte nel nuovo governo. Ma noi non abbiamo ancora liberato tutto il territorio e Muammar Gheddagi conserva ancora conserva tutta la sua capacità di nuocere» a questo paese, aveva spiegato, confermando «le divergenze nei punti di vista» tra i membri del Cnt e del suo ufficio esecutivo.

Qualcuno, all'interno dello stesso Cnt, ha ammesso che si tratta di una vera e propria «lotta per il potere». «Questa gente che dirige il Cnt o l'ufficio esecutivo è un prodotto puro del sistema Gheddafi. Stanno riproducendo questo stesso sistema» nelle loro trattative e la loro gestione del paese, ha detto un esponente del Consiglio di Bengasi a condizione di anonimato. D'altra parte, ha insistito la fonte, «chi detiene il potere detiene la ricchezza», ovvero il petrolio del paese.

Da parte sua, il rappresentante della regione di Giofra nell'ambito del Cnt, Moustapha al Houni ha chiesto una «rappresentanza equilibrata» nel nuovo governo, chiamato a gestire la transizione in attesa di nuove elezioni e della redazione di una nuova costituzione. «Non siamo favorevoli al sistema delle quote, siamo per una rappresentanza equilibrata in particolare per le regioni del sud della Libia tenute ai margini da 40 anni del vecchio regime», ha spiegato.

Dal canto suo, uno dei leader islamici libici, sceicco Ali Sallabi, ha lanciato recentemente un attacco al vetriolo contro uno dei rappresentanti della corrente liberale, il numero due della Cnt e primo ministro, Mahmoud Jibril, accusandolo di voler gettare le basi di uno Stato totalitario. Questo influente religioso, sostenuto dal Qatar e che ha finanziato ed armato una buona parte dei combattenti anti Gheddafi, ha accusato Jibril di «utilizzare denaro e potere» per prendere in giro i libici. «La lotta contro il regime di Gheddafi non deve essere un criterio per ottenere una carica ministeriale», ha replicato indirettamente l'attuale premier del Cnt.