28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Il viaggio del Papa in Germania

Klaus Mertes: «La pedofilia è il nostro 11 settembre»

Parla il gesuita del ginnasio Canisius, primo a denunciare gli abusi

ROMA - La Chiesa cattolica in Germania ha il suo 11 settembre. E' il 28 gennaio del 2010. Quel giorno i mass media tedeschi pubblicarono una lettera scritta qualche giorno prima da padre Klaus Mertes, gesuita, rettore del ginnasio Canisius di Berlino, per chiedere scusa agli studenti che frequentarono l'istituto negli anni Settanta e Ottanta per gli abusi sessuali perpetrati da alcuni suoi confratelli di cui Mertes era venuto a conoscenza decenni dopo. La bomba dello scandalo pedofilia era innescata. Poche settimane prima in Irlanda una commissione governativa aveva pubblicato il primo di una serie di rapporti sulle violenze compiute sui bambini negli istituti cattolici dell'isola. E dopo la lettera di Mertes in Germania, ma anche nel resto del mondo germanofono e in numerosi altri paesi (Belgio, Regno Unito, Stati Uniti), si moltiplicarono le denunce. Diversi ex studenti dello stesso Canisius vennero allo scoperto. Da allora la Conferenza episcopale tedesca e lo stesso Vaticano hanno avviato numerose iniziative per rafforzare la normativa anti-pedofilia, monitorare meglio gli istituti cattolici e le diocesi, e tentare di voltare pagina.

In questa intervista a Tmnews padre Klaus Mertes parla della Chiesa tedesca prima del viaggio del Papa a Berlino, Erfurt e Friburgo (21-25 settembre); denuncia «tabù, strutture della doppia morale, mutismo nel campo della pedagogia sessuale, una prolungata concezione dell'autorità, uno spirito di corpo clericale e un'ecclesiologia trionfalistica, che possono rendere sordi» alle denunce delle vittime di pedofilia; sottolinea che lo scandalo abusi pone «domande sulle strutture e sulla concezione di Chiesa»; preconizza che anche in Italia emergeranno casi di abusi sin qui rimasti nascosti; elogia il ruolo svolto da Benedetto XVI e dall'arcivescovo di Vienna, card. Christoph Schoenborn, ma critica un «fronte della negazione» presente in Vaticano; afferma che «la Chiesa deve aprirsi alla giurisdizione civile»; e auspica una riconciliazione con le vittime che faccia recuperare credibilità alla Chiesa, passando anche dalla «prevenzione della distrazione, dell'insabbiamento e della negazione».

Come è cambiata la chiesa tedesca dopo lo scandalo della pedofilia? «Per molti cattolici - risponde padre Mertes - è come dopo l'11 settembre: Dopo nulla è come prima. Ciò che era inimmaginabile è diventato immaginabile. Esperienze del genere innescano in modo naturale processi di cambiamento di lungo periodo».