I Vescovi cattolici turbati dall'attentato a Nuova Delhi
E su violenze ai Cristiani Gracias si appella ai fondamentalisti. Il Papa ai Vescovi: «Proporre fede con rispetto e fermezza»
CITTÀ DEL VATICANO - Il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale dell'India, ha spiegato che i vescovi indiani sono «profondamente turbati per questo nuovo atto di violenza e di terrorismo», dopo l'attentato davanti all'Alta Corte della capitale indiana Delhi che ha provocato 11 morti e 62 feriti.
«Condanniamo i responsabili e ancora una volta chiediamo a tutti che si costruiscano fraternità e pace nel Paese», ha affermato il porporato all'agenzia vaticana 'Fides'. «La Chiesa vuole contribuire a promuovere amore, pace e armonia nella società: speriamo che gli autori di tali atti di cieca violenza desistano dai loro intenti e collaborino alla costruzione di una Nazione unita e pacifica. Questo è l'appello e l'impegno della Chiesa».
Il cardinale ha anche parlato delle violenze continue a cui sono sottoposti i cristiani in India, commentando il recente attacco a una chiesa cattolica nello Stato del Kerala. «Apprendiamo sempre con dolore di tali episodi», ha riconosciuto. «Fortunatamente sono episodi sporadici, che non avvengono in tutta l'India, poiché gli indiani sono persone che amano la pace. Vi sono, però, alcuni gruppi fondamentalisti: ci rivolgiamo a loro ricordando che la violenza in nome della religione è un abuso della religione. I cristiani desiderano promuovere l'amore e servire la Nazione e saranno sempre impegnati per questi valori».
Il Papa ai Vescovi: «Proporre fede con rispetto e fermezza» - La «verità salvifica» del cristianesimo «deve rimanere il fondamento di tutte gli sforzi della Chiesa, sempre proposta agli altri con rispetto ma anche senza compromessi»: lo ha detto il Papa rivolgendo un discorso ai vescovi indiani della provincie di Bombay, Nagpur, Goa e Damao, Gandhinagar e Bangalore, ricevuti in questi giorni in visita ad Limina Apostolorum in Vaticano.
La capacità di presentare la verità con delicatezza ma con fermezza è un dono da coltivare soprattutto tra coloro che insegnano negli istituti cattolici di istruzione superiore e tra coloro che sono incaricati del compito ecclesiale di educare seminaristi, religiosi o fedeli laici in teologia, studi di catechetica o di spiritualità cristiana», ha detto Benedetto XVI.
«Coloro che insegnano in nome della Chiesa hanno l'obbligo particolare di attingere fedelmente alle ricchezze della tradizione, in conformità con il Magistero e in modo che risponda alle esigenze di oggi, mentre gli studenti hanno il diritto di ricevere la pienezza del patrimonio intellettuale e spirituale della Chiesa».
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