Dalla Conferenza di Parigi ok alla Nato, avanti fino alla liberazione della Libia
Gheddafi: «Non mi arrenderò, sarà una lunga battaglia». Cnt ai ribelli: «Tripoli libera, tornate a casa». Consiglio Onu: «Presto risoluzione per sblocco beni libici»
TRIPOLI - La comunità internazionale ha ribaditoil suo sostegno al Consiglio nazionale di transizione degli insorti in Libia, decidendo alla Conferenza internazionale all'Eliseo di scongelare circa 15 miliardi di dollari degli asset del regime di Muammar Gheddafi bloccati in tutto il mondo. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente francese Nicolas Sarkozy, al termine della Conferenza di Parigi . Sarkozy è comparso davanti alla stampa a fianco del premier britannico David Cameron, dei leader del Cnt Mustafà Abdul Jalil e Mahmoud Jibril, del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon e dell'emiro del Qatar, Hamad Ben Khalifa Al Thani, e ha annunciato che i raid della Nato continueranno finché Muammar Gheddafi rappresenterà una minaccia per il suo popolo.
Ci siamo accordati per la prosecuzione dei raid della Nato finché Gheddafi e i suoi sostenitori saranno una minaccia per la Libia», ha dichiarato il presidente francese, mentre il segretario generale dell'Alleanza, Anders Fogh Rasmussen, ha precisato che le operazioni continueranno fino a quando necessario, fino a che c'è una minaccia per i civili».
Alla conferenza ha partecipato anche il presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, che ha ricordato come l'Italia abbia riaperto l'ambasciata a Tripoli, «scongelato 500 milioni di euro e chiesto all'Onu di scongelare 2,5 miliardi di euro».
Il Consiglio nazionale di transizione - che oggi ha annunciato una proroga di una settimana, fino a sabato 10 settembre, dell'ultimatum a Gheddafi - ha lanciato da parte sua un appello alla «riconciliazione». «Ho un messaggio per il popolo libico: abbiamo scommesso su di voi e la comunità internazionale ha scommesso su di voi. Tutto è nelle vostre mani per realizzare qual che avevamo promesso: stabilità, pace e riconciliazione», ha detto Jalil.
Ma Gheddafi, parlando prima dell'inizio della conferenza in un messaggio audio, di cui estratti sono stati diffusi dalla televisione siriana Arrai, ha continuato a promettere resistenza e guerra: «Noi non ci arrenderemo. Non siamo donne e proseguiremo a combattere», ha detto, «se la Libia brucia chi potrà governarla? Che bruci».
Gheddafi in nuovo audio promette «guerriglia estenuante» - In un secondo messaggio audio trasmesso ieri notte dalla siriana Arrai Tv e da Al Arabiya e ripreso dal Telegraph, il colonnello Muammar Gheddafi ha incitato i suoi sostenitori a preparare la rivolta contro gli occidentali che accusa di voler occupare la Libia e di voler impossessarsi del petrolio. La breve registrazione segue ad un primo messaggio trasmesso durante la giornata di ieri in cui l'ex leader ha promesso «una lunga battaglia» contro le forze a lui ostili.
Gheddafi, la cui voce è chiaramente riconoscibile, ha detto: «Non riuscirete a pompare petrolio per il vostro popolo. Non permetteremo che ciò accada». «Noi siamo i leoni del nostro deserto, non vi permetteremo di sfruttare i nostri giacimenti petroliferi né i nostri porti», ha proseguito il colonnello dal nascondiglio in cui si è rifugiato dopo la caduta di Tripoli.
«Preparatevi ad una guerra di guerriglia, ad un guerra di bande, ad una rivolta urbana e ad una guerra da api che pungono e vanno via e poi ritornano per pungere ancora più forte».
Cnt ai ribelli: «Tripoli libera, tornate a casa» - Il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) ha invitato i combattenti provenienti dalle altre province a lasciare la capitale Tripoli e a rientrare nei loro luoghi di origine. «Tripoli è libera» e i suoi combattenti «sono capaci di proteggerla», ha dichiarato un responsabile del Cnt.
Il presidente Mustafa Abdel Jalil «ha richiesto questa procedura. La sosteniamo perché Tripoli è libera, e ciascuno dovrebbe lasciare (la capitale, ndr) e rientrare nella sua città natale», ha dichiarato Ahmed Darrat, titolare del 'ministero dell'Interno' del Cnt. «Ora, i combattenti di Tripoli sono in grado di proteggere la città», ha aggiunto Darrat.
Costituente entro 8 mesi, elezioni entro 20 - Un'assemblea costituente sarà eletta tra circa otto mesi, mentre elezioni presidenziali e politiche saranno organizzate entro venti mesi nella nuova Libia. Lo ha affermato il rappresentante in Gran Bretagna del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Guma al Gamaty.
«Abbiamo stabilito una roadmap precisa con un periodo transitorio di 20 mesi», ha dichiarato al Gamaty alla radio della BBC, rivelando i dettagli del calendario elettorale del Cnt.
«Per otto mesi, il Cnt dirigerà la Libia prima che un'assemblea eletta dal popolo» assuma le redini del Paese per redigere una costituzione e trascorso un anno (...), saranno organizzate elezioni», ha aggiunto.
Consiglio Onu, presto risoluzione per sblocco beni libici - Il Consiglio di sicurezza dell'Onu potrebbe adottare la settimana prossima una risoluzione per la revoca di alcune sanzioni contro la Libia: lo ha riferito un diplomatico occidentale. La risoluzione potrebbe riguardare una riduzione del congelamento dei beni libici ma manterrebbe le misure che riguardano Muammar Gheddafi e il suo entourage, così com,e l'embargo sulle armi.
La revoca parziale delle sanzioni, secondo quanto riferito dalla fonte diplomatica, sarebbe progressiva e riguarderebbe alcune entità libiche come la società nazionale del petrolio e le banche. «Non sarà una rimozione completa del congelamento dei beni, poiché Gheddafi potrebbe mettere le mani sul denaro», ha aggiunto il diplomatico.
I negoziati per arrivare alla risoluzione sono già iniziati tra i quindici paesi membri del Consiglio di sicurezza, ha spiegato il diplomatico, confermando che un voto potrebbe già avere luogo la settimana prossima.
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