2 ottobre 2025
Aggiornato 11:00
L'annuncio della Casa Bianca

Palestinesi all'Onu, Obama presente all'Assemblea di settembre

L'Anp chiederà il riconoscimento di uno Stato entro i confini del '67. La Francia teme un confronto sterile, mentre l'Unione europea è divisa

WASHINGTON - Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama assisterà a settembre a New York all'Assemblea generale annuale delle Nazioni Unite, durante la quale i palestinesi intendono chiedere il riconoscimento del loro Stato sulla base delle frontiere del 1967: lo ha annunciato ieri la Casa Bianca. Obama sarà a New York dal 19 al 21 settembre e pronuncerà d'altra parte un discorso alla fondazione Bill Clinton, che si riunisce in quei giorni.
Un anno fa, in occasione del suo discorso davanti all'Assemblea generale dell'Onu, il presidente americano aveva difeso a spada tratta il processo di pace in Medio Oriente, chiedendo la creazione di uno Stato palestinese. «Se faremo questo, quando ritorneremo l'anno prossimo, potremo avere un accordo che ci condurrà ad accogliere un nuovo membro delle Nazioni Unite: uno Stato della Palestina indipendente, che vive in pace con Israele», aveva dichiarato.

La Francia teme un confronto sterile - La Francia teme un confronto diplomatico «sterile e pericoloso» questo mese all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, dove i palestinesi hanno intenzione di richiedere il riconoscimento del loro stato. Lo ha dichiarato a Parigi il ministro degli Esteri, Alain Juppé.
«La Francia auspica che questa scadenza sia l'occasione di riaprire il percorso del negoziato piuttosto che di rischiare un confronto diplomatico sterile e pericoloso», ha affermato Alain Juppé di fronte alla conferenza annuale degli ambasciatori della Francia.
La Francia auspica che i ventisette Paesi dell'Unione europea possano definire una posizione comune sulla questione del riconoscimento dello stato palestinese. «I 27 Paesi dell'Unione europea devono esprimersi con una sola voce. Insieme, dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. La Francia (...) prenderà iniziative, vogliamo l'unità dell'Europa», aveva dichiarato il presidente Nicolas Sarkozy mercoledì, sempre di fronte agli ambasciatori della Francia. Con i negoziati di pace con Israele bloccati, i palestinesi hanno fatto sapere che intendono ottenere, normalmente dopo il 20 settembre, l'adesione dello stato della Palestina all'Onu.

Unione Europea divisa - Difficilmente l'Europa parlerà «con una sola voce» sulla questione del voto all'Onu sul riconoscimento dello Stato palestinese, come auspicato invece dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Oggi in Polonia si riunisco i ministri degli Esteri dei 27 membri dell'Ue per discutere proprio di questa questione, in vista dell'annuale Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in programma a fine mese. Ma le speranze che i paesi europei si pronuncino tutti allo stesso modo sono minime, come sottolinea il Jerusalem Post.
Alcuni paesi, tra cui Germania, Italia, Paesi Bassi e Polonia, hanno già fatto sapere che voteranno contro il riconoscimento dello Stato palestinese. Altri paesi, come la Spagna, l'Irlanda, il Belgio e il Lussemburgo, dovrebbero invece votare a favore. Da parte sua Catherine Ashton, responsabile per la politica estera dell'Ue, ha detto ai responsabili israeliani che sta cercando di persuadere i palestinesi a non andare avanti con questa loro iniziativa, contrastata anche dagli Stati Uniti.
Il ministro degli Esteri francese, Alain Juppé, durante l'estate aveva detto che la Francia avrebbe preso una decisione sulla base del linguaggio della risoluzione che verrà messa ai voti. Oggi Juppé, intervenuto alla conferenza annuale degli ambasciatori di Francia, ha espresso l'auspicio che il voto all'Onu «sia l'occasione di riaprire il percorso del negoziato piuttosto che di rischiare un confronto diplomatico sterile e pericoloso».