20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
La guerra di Libia

«Circondato Gheddafi», ma lui parla alla tv

Il Cnt pensa a una «nuova era» e assicura: «Premieremo chi ha creduto in noi»

TRIPOLI - Muammar Gheddafi ha lanciato un nuovo appello alla lotta armata per sconfiggere «il nemico», in un messaggio audio trasmesso dalla rete televisiva Al-Uruba. «Uscite dalle vostre case, liberate Tripoli, uccidete i ratti strada per strada, casa per casa». Ma il topo in trappola potrebbe essere lui: da diverse ore, i ribelli circondano un complesso residenziale, non lontano dal bunker di Bab al-Aziziya, dove Gheddafi sarebbe asserragliato, forse con uno o più figli.

«Oggi finiremo il lavoro» ha dichiarato uno degli insorti. Ma la notizia non può essere confermata: nessuno sa con esattezza dove si trovi il Colonnello. Ed è difficile correre dietro a ogni voce che si diffonde: una delle più insistenti è che il Colonnello si trovi invece a Sirte, sua città natale, a circa 400 chilometri dalla capitale. Di certo, la sua voce non è sembrata incerta e rassegnata, mentre ricordava che «la Libia è dei libici: non è degli imperialisti, della Francia, di Sarkozy, dell'Italia. Tripoli è vostra, non di quelli che si affidano alla Nato».

A Tripoli e in altre zone del Paese si continua intanto a combattere. Nella capitale, in particolar modo, la situazione appare ancora confusa, nonostante i ribelli controllino gran parte della città, con i cecchini lealisti che sparano su insorti e civili. Cecchini all'opera nel pomeriggio anche all'hotel Corinthia, dove si trovavano i quattro giornalisti italiani sequestrati ieri e rilasciati stamattina.

Il conflitto libico, ha fatto sapere intanto il presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdul Jalil, avrebbe provocato oltre 20mila morti dall'inizio dell'insurrezione, nel febbraio scorso. Il Cnt, intanto, si prepara per il post-Gheddafi: Jalil ha dichiarato che la ricostruzione della Libia premierà prima di tutto quei Paesi che hanno sostenuto la ribellione; almeno otto alti responsabili del Cnt sono arrivati a Tripoli da Bengasi, per preparare la transizione politica.