18 aprile 2024
Aggiornato 08:00
La guerra in Libia

Ancora scontri a Tripoli, taglia su Gheddafi. Rapiti 4 italiani

I ribelli verso Sirte. Sequestrati 4 giornalisti italiani, stanno bene. La comunità internazionale si sta adoperando per accelerare la ricostruzione del Paese

TRIPOLI - Ancora scontri a Tripoli, all'indomani della conquista del quartier generale di Muammar Gheddafi, sulla cui testa i ribelli di Bengasi hanno posto oggi una taglia di 1,6 milioni. E nella giornata in cui sono stati liberati i 35 giornalisti stranieri bloccati da giorni nell'hotel Rixos della capitale, quattro giornalisti italiani sono invece stati rapiti alle porte di Tripoli. Si tratta di Domenico Quirico di La Stampa, Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina del Corriere della sera e Claudio Monici di Avvenire. Uno dei giornalisti ha contattato la sua redazione in Italia e ha fatto sapere che i quattro stanno bene. Palazzo Chigi e la Farnesina stanno seguendo costantemente la vicenda.

Tripoli è ormai quasi sotto il pieno controllo dei ribelli, dopo tre giorni di combattimenti che hanno causato almeno 400 morti e 200 feriti, ma gli scontri sono proseguiti ancora ieri nella stessa residenza di Gheddafi, Bab al Aziziya, nel centro e nel sud della capitale. Particolarmente intensi sono stati gli attacchi lanciati dalle forze del colonnello sull'aeroporto internazionale di Tripoli, tanto da indurre gli insorti a sospettare che Gheddafi possa nascondersi nei villaggi presenti a est dello scalo o in una fattoria vicina, già indicata come suo probabile covo da un incaricato d'affari dell'Ambasciata libica a Londra. Dopo l'ultimo messaggio audio del rais trasmesso la notte tra martedì e mercoledì, in cui è tornato a incitare gli abitanti di Tripoli a «ripulire» la città dagli insorti, ieri è stata la figlia Aisha a sollecitare i libici a ribellarsi alla Nato, mentre il terzogenito Saadi ha fatto sapere alla Cnn di essere pronto a trattare per un cessate il fuoco con i ribelli.

Oltre a Tripoli, si continua a combattere anche a est, dove i ribelli stanno avanzando verso Sirte, l'ultima roccaforte di Gheddafi, dove solo ieri sono stati lanciati dei missili Scud contro la città di Misurata, dal maggio scorso sotto il controllo degli insorti. Martedì, i ribelli hanno preso il controllo di Ras Lanuf, avanzando rapidamente verso Ben Jawad, a un centinaio di chilometri a est di Sirte, ma sono stati fermati alle porte della città e presi di mira a colpi di artiglieria. Anche Ras Lanuf è stata bombardata. Il Cnt ha fatto sapere di aver avviato negoziati con i leader tribali di Sirte per arrivare a una soluzione pacifica del conflitto.

Da parte sua, la comunità internazionale si sta adoperando per accelerare la ricostruzione del Paese e scongiurare caos e violenze, riunendosi ieri al Palazzo di vetro di New York per discutere la proposta Usa di sbloccare fondi libici da 1,5 miliardo di dollari, mentre il 1 settembre si riunirà a Parigi per una conferenza internazionale degli «amici della Libia», come li ha chiamati il Presidente Nicolas Sarkozy.