30 marzo 2023
Aggiornato 06:00
Rivolta in Libia

Conquistata Bab al-Aziziya, ma Gheddafi nel bunker non c'è

USA e Francia: «Le operazioni della Nato continueranno fino alla resa del rais»

TRIPOLI - Gheddafi ultimo atto: o quasi, visto che del rais ancora non vi è traccia mentre le milizie sono ormai entrate nel bunker di Bab al-Aziziya e hanno di fatto sancito la vittoria militare e politica della ribellione, che può iniziare a pensare alla Libia del futuro.

Mentre si moltiplicano gli appelli per un rapido sblocco dei fondi congelati dall'Onu, da utilizzare per la ricostruzione del Paese, e l'Ue valuta l'invio di aiuti umanitari da Francia e Stati Uniti giunge un avvertimento: le operazioni della Nato continueranno fino alla resa di «Gheddafi e del suo clan».

Le milizie ribelli hanno issato la loro bandiera sul complesso di edifici nel quale risiede Gheddafi; tuttavia l'intera zona del bunker è disseminata di gallerie sotterranee, per cui eventuali operazioni di ricerca e rastrellamento potrebbero portare ancora diverso tempo.

Secondo il Daily Telegraph, che cita un ingegnere irlandese che ha lasciato Tripoli nel febbraio scorso, il complesso sarebbe inoltre provvisto di un tunnel sotterraneo di collegamento all'aeroporto utilizzabile solo da veicoli militari. La costruzione del tunnel era in fase di progetto l'anno scorso, ma la compagnia per cui lavorava l'ingegnere non si aggiudicò la gara d'appalto e dunque l'uomo non si è detto sicuro della sua effettiva realizzazione, sebbene «data la priorità accordata e il tempo trascorso, è più che probabile che la galleria sia stata costruita».

Il presidente francese Nicolas Sarkozy e l'omologo statunitense Barack Obama hanno espresso la loro soddisfazione per i «progressi decisivi» compiuti negli ultimi due giorni dalle milizie ribelli; come si legge in un comunicato dell'Eliseo, i due dirigenti ritengono ormai «inevitabile e prossima» la fine del regime di Gheddafi e hanno espresso la volontà di «radunare la comunità internazionale a fianco del popolo libico per aiutarlo a impegnarsi nella transizione politica in uno spirito di riconciliazione e di unità nazionale, con l'obbiettivo di costruire una Libia nuova, democratica e pluralista».

Che il rais venga catturato o meno, Ibrahim Dabbashi, ambasciatore libico presso le Nazioni Unite, ha dichiarato che che l'intero Paese dovrebbe essere «liberato» entro le prossime 72 ore; secondo il diplomatico peraltro i ribelli preferirebbero che Gheddafi, ammesso che venga trovato, sia processato in Libia e non dalla Corte Penale Internazionale, questione che potrebbe rendere più difficili i rapporti con la comunità internazionale.