25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Pochi risultati e faide interne: i ribelli azzerano il Governo

La tv libica mostra un video di Khamis Gheddafi

Venerdì gli insorti hanno annunciato la morte del figlio minore del Colonnello. Gli USA autorizzano ribelli a riaprire ambasciata a Washington

TRIPOLI - Khamis Gheddafi, il figlio minore del leader libico che sarebbe stato ucciso venerdì scorso in un raid della Nato, è apparso in un video registrato ieri, secondo la televisione libica. Il documento mostra il figlio del colonnello Gheddafi in visita in un ospedale. Se la data della registrazione dovesse essere confermata, questo video costituirebbe la prima prova visiva che Khamis Gheddafi non è morto.
Venerdì scorso, gli insorti avevano annunciato la morte del settimo e ultimo figlio del leader libico, ucciso in un raid della Nato a Zliten, 150 chilometri a est di Tripoli. Notizia subito smentita dal regime. La stessa Nato non ha mai confermato di aver colpito Khamis l'erede più giovane di Gheddafi.

Pochi risultati e faide interne: i ribelli azzerano il Governo - Stretti tra una battaglia al fronte che non porta risultati e le faide interne, gli insorti libici hanno cercato ieri di dare un primo segnale di cambiamento con lo scioglimento del governo, deciso dal presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdul Jalil.
L'annuncio è stato fatto a sorpresa domenica sera: solo Mahmoud Jibril, che ricopre la carica di primo ministro, mantiene il suo posto, con l'incarico di formare un nuovo esecutivo di 14 ministri. Secondo il Cnt, il governo ha il compito di amministrare i territori 'liberati' nell'est del Paese e agire come un governo ad interim, in attesa della presa di Tripoli e della caduta di Muammar Gheddafi. Secondo una fonte interna al movimento ribelle, la decisione è stata presa con il voto di una quarantina di membri del Cnt, l'organo politico che guida la ribellione. Il dibattito è stato incentrato soprattutto su due questioni: lo scioglimento del governo e la sostituzione, o meno, di Jibril. Il premier è stato alla fine 'graziato', a patto che si faccia vedere più spesso a Bengasi, la capitale dei ribelli.
Premier e responsabile degli affari internazionali, Jibril trascorre infatti gran parte del suo tempo all'estero: ieri, al momento dell'annuncio, si trovava in Qatar. Recentemente, molti ministri sono stati criticati per aver dedicato troppo tempo alle attività diplomatiche, invece di restare a Bengasi per lavorare sul campo.

USA: I ribelli riaprano l'Ambasciata a Washington - Gli Stati Uniti hanno autorizzato il Consiglio nazionale di transizione di Bengasi a riaprire l'ambasciata libica a Washington. Lo ha annunciato il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland. Washington ha riconosciuto a metà luglio il Consiglio di Bengasi come «la legittima autorità governativa» della Libia.
L'Ambasciatore libico negli Stati Uniti, Ali Aujali, si era dimesso a febbraio in segno di protesta contro il leader libico Muammar Gheddafi, e si era unito ai ribelli di Bengasi. Non è chiaro al momento se sarà lo stesso Aujali a guidare la sede diplomatica, chiusa dalle autorità americane il 10 marzo scorso.

L'Ambasciatore degli insorti s'insedia a Londra - Il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) ha ufficialmente aperto, oggi, la sua rappresentanza diplomatica a Londra. L'organo politico della ribellione è ormai riconosciuto come unico rappresentante legittimo del popolo da buona parte della comunità internazionale, Gran Bretagna compresa. Londra aveva espulso, a fine luglio, tutto il personale della rappresentanza diplomatica del regime di Muammar Gheddafi, dopo aver congedato l'ambasciatore Omar Jelban tre mesi prima.

Tripoli: Cameron se ne deve andare, ha perso legittimità - Il primo ministro britannico, David Cameron, «se ne deve andare...ha perso ogni legittimità» dopo la guerriglia urbana che da quattro giorni scuote il Regno Unito. Lo ha affermato il vice-ministro degli Esteri libico, Khaled Kaaim, citato dall'agenzia ufficiale Jana. «Cameron e il suo governo devono lasciare dopo le manifestazioni popolari contro di loro e la violenta repressione esercitata dalla polizia contro coloro che hanno partecipato alle manifestazioni pacifiche», ha detto Kaaim sottolineando che il premier e il suo governo «hanno perso ogni legittimità».
Secondo il vice-ministro, «queste manifestazioni mostrano che il popolo britannico respinge questo governo, che tanta di imporsi con la forza», ha aggiunto. Kaaim ha poi lanciato un appello «al Consiglio di sicurezza e alla comunità internazionale a non restare con le mani in mano davanti all'aggressione contro i diritti del popolo britannico».

La Danimarca espelle gli ultimi due diplomatici - La Danimarca ha concesso oggi cinque giorni di tempo agli ultimi due diplomatici libici presenti a Copenaghen per lasciare il Paese. «I due diplomatici libici sono dichiarate personae non grata», ha detto il ministro degli Esteri, Lene Espersen, al sito del quotidiano danese Politiken.
«Sono stati concessi loro cinque giorni di tempo per fare i bagagli», ha aggiunto. La Danimarca è stato tra i primi paesi a sostenere l'intervento militare della Nato in Libia e ha già riconosciuto il Consiglio nazionale di transizione di Bengasi come il solo rappresentante legittimo del popolo libico.