Jalil: Gheddafi può restare nel paese
Apertura del Cnt. Al Khatib a Tripoli per proporre piano politico
TRIPOLI - Nel giorno in cui l'inviato speciale dell'Onu Abdul Elah al Khatib è atteso in Libia, il leader del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) Mustafa Abdel Jalil ha confermato che Muammar Gheddafi potrà rimanere nel paese, dopo avere lasciato il paese, nell'ambito di un accordo per una transizione democratica che dovrà mettere fine alla crisi libica. In un colloquio con il Wall Street Journal, Jalil ha spiegato che l'apertura dei ribelli, estesa anche alla famiglia del colonnello, prevede però alcuni paletti: «Gheddafi può rimanere in Libia, ma a certe condizioni. Decideremo noi dove deve stare e chi può vedere. E lo stesso varrà per la sua famiglia», ha detto Jalil.
Da parte sua, il capo del governo del Cnt, Mahmoud Jibril, ha confermato che l'opposizione al regime non accetterà alcuna soluzione che non preveda la rimozione di Gheddafi dal potere come condizione imprescindibile per ogni negoziato di pace. E in effetti, lo stesso inviato dell'Onu proverà in questi giorni a convincere Tripoli ad accettare «un piano politico» che comporti il cessate il fuoco e un consiglio di transizione formato da esponenti delle due parti in conflitto, ma senza Gheddafi o membri della sua famiglia. Una strada messa a punto negli ultimi giorni e preparata già al vertice del Gruppo di contatto sulla Libia riunitosi a Istanbul.
In ogni caso, su questo argomento, al Khatib non intende sbilanciarsi. A Tripoli «non presenteremo un piano definito. Discuteremo dei nostri punti di vista e delle nostre idee per potere avviare un processo politico e arrivare a una soluzione», ha detto l'inviato dell'Onu, secondo quanto si legge sul Tripoli Post.
- 07/05/2020 Libia, il Premier Sarraj discute il rilancio dei negoziati dopo lo stallo dell'offensiva
- 20/04/2020 Libia, il Covid-19 non ferma gli scontri. Haftar in difficoltà
- 18/02/2020 Libia, la soddisfazione di Luigi Di Maio: «Nuova missione navale, l'Ue ora ascolta l'Italia»
- 17/02/2020 Sarraj: «La chiusura dei siti petroliferi porterà a una catastrofe che colpirà tutti»