18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Crisi libica

Mosca tenta una mediazione, Tripoli: Gheddafi resta

Parigi chiede che il Rais rimanga lontano dalla politica. Obeidi: «E' fuori discussione»

ROMA - La Francia da una parte, la Russia dall'altra. E' la diplomazia di Parigi e Mosca, nelle ultime ore, a muovere le fila dei negoziati con Tripoli l'opposizione di Bengasi in vista di una soluzione alla crisi libica. Una soluzione che dovrà tenere conto della volontà di Muammar Gheddafi di non lasciare il potere. E non è un caso che, proprio oggi, il ministro degli Esteri francese Alain Juppé abbia aperto alla possibilità che il colonnello resti nel suo paese, purché rimanga lontano dalla politica. Una proposta che il regime, per ora, non ha raccolto. «La partenza di Gheddafi non è oggetto di discussione», ha dichiarato il capo della diplomazia libica Abdelati al Obeidi, ricevuto oggi in Russia dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov.

Una delle ipotesi prospettate dalla Francia è che Gheddafi resti in Libia, «ma a una condizione, che si metta chiaramente in disparte dalla vita politica libica», ha detto stamane il francese Juppé. «E' quello che aspettiamo per avviare il processo politico per un cessate il fuoco», ha dichiarato il capo della diplomazia di Parigi alla televisione Lci. «Il cessate il fuoco passa per un impegno formale e chiaro di Gheddafi a rinunciare alle sue responsabilità civili e militari», ha sostenuto il ministro.

Una permanenza di Gheddafi in Libia implica che il colonnello non sarebbe consegnato alla Corte Penale internazionale, che ha spiccato un mandato di arresto nei suoi confronti. Si tratterebbe di una via di uscita 'dignitosa' per il rais, che però continua a rifiutare qualsiasi ipotesi di questo tipo. Come ha confermato oggi a Mosca il capo della diplomazia di Tripoli Obeidi.

«La questione della partenza di Gheddafi non è oggetto di discussione», ha dichiarato dinanzi ai giornalisti il capo della diplomazia libica, Abdelati al Obeidi, al termine dell'incontro con Lavrov, durato circa un'ora. «Discutiamo dell'iniziativa dell'Unione africana, che mira a mettere un termine alla guerra e allo spargimento di sangue», ha aggiunto il ministro di Tripoli. «La Libia accoglierà con favore ogni ruolo che potrebbe svolgere la Russia nel regolamento pacifico del conflitto», ha dichiarato Obeidi all'agenzia Ria Novosti. «Occorre trovare una soluzione che conviene a tutti i libici, anche all'opposizione di Bengasi», ha aggiunto.

Intanto, diversi responsabili militari degli insorti di Misurata si sono recati oggi a Parigi dove intendono chiedere l'aiuto militare della Francia per aiutare la rivolta a farsi strada sino alla conquista di Tripoli. Secondo una fonte, i ribelli di Misurata sperano di ottenere da Parigi lo stesso aiuto già dato dalla Francia agli insorti del Djebel Nafoussa, una regione a sud ovest di Tripoli, dove si stanno concentrando gli sforzi dei combattenti dell'opposizione.