28 marzo 2024
Aggiornato 19:30
Scandalo intercettazioni inglese

Murdoch: La crisi delle intercettazioni gestita «estremamente bene»

Il Magnate australiano al Wall Street Journal: creeremo una «commissione indipendente» per indagare

LONDRA - Dopo giorni di silenzio, Rupert Murdoch interviene per difendere il suo colosso mediatico, News Corp., travolto dallo scandalo delle intercettazione, e annunciare la creazione di una commissione indipendente allo scopo di «indagare ogni accusa di condotta scorretta». Nell'intervista rilasciata al Wall Street Journal, il magnate australiano sottolinea come News Corp. abbia gestito «estremamente bene, in ogni modo possibile» la crisi, facendo solo «piccoli errori», e bolla come «semplice spazzatura» la voce sulla sua possibile decisione di vendere le sue testate.

Nonostante lo scalpore, ha aggiunto, il danno causato al gruppo non è «nulla a cui non si possa rimediare». «Abbiamo la reputazione di fare un gran buon lavoro in questo Paese», ha sottolineato Murdoch, dicendosi quindi «seccato e stanco» per l'intera vicenda.

Entrando nel dettaglio, il tycoon dei media, 80 anni, ha difeso il figlio James, 38, respingendo l'accusa che sia intervenuto troppo tardi per arginare la crisi e sottolineando come la sua posizione all'interno del gruppo sia rimasta invariata. Ieri, diversi giornali avevano riferito di una successione a rischio per James Murdoch all'interno di News Corp., alla luce della decisione di rinunciare alla scalata alla pay tv britannica BskyB. Abbandonato questo progetto, ha replicato il magnate, News Corp. «sta guardando a posti migliori dove investire il denaro».

Rupert e James Murdoch compariranno martedì prossimo davanti alla commissione parlamentare britannica che sta indagando sullo scandalo delle intercettazioni. «Credo sia assolutamente importante ristabilire la nostra integrità agli occhi dell'opinione pubblica - ha concluso - penso sia la cosa migliore essere il più trasparente possibile».

Ieri, anche l'Fbi ha annunciato l'apertura di un'inchiesta su una presunta violazione della privacy dei cittadini americani da parte delle testate di News Corp. Nei giorni scorsi, il giornale britannico Daily Mirror ha riferito di contatti con poliziotti di New York nel tentativo di spiare i familiari delle vittime degli attentati dell'11 settembre 2001.