29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Crisi libica

Cecchini a Misurata, l'inviato di Gheddafi ad Ankara

Ad Ankara è arrivato anche il segretario generale della Nato. Frattini: «Dall'Italia navi e aerei per evacuare i feriti»

TRIPOLI - Non si placano i combattimenti a Misurata, città libica a est di Tripoli sul Golfo di Sirte, dove la guerriglia oggi ha chiesto nuovamente l'appoggio della coalizione internazionale per venire a capo dell'artiglieria pesante delle forze del colonnello Muammar Gheddafi, che stanno bombardando la città da molti giorni.
«Le forze di Gheddafi non smettono di bombardare ciecamente la città e continuano a cadere vittime. Gli aerei della Nato, la cui missione è proteggere i civili, non sorvolano neppure la regione», ha indicato un portavoce dei ribelli sotto copertura di anonimato. Sempre a Misurata, oggi molti negozi non sono riusciti ad aprire la loro attività per le minacce dei cecchini.

Sul piano politico, intanto, il ministro degli Esteri britannico William Hague ha annunciato che la prossima settimana a Doha si svolgerà una nuova riunione del gruppo di contatto. Un portavoce del primo ministro, David Cameron, ha fatto sapere che Downing Street non cerca alcuna exit strategy per il leader libico.

Intanto un emissario di Tripoli, il viceministro degli Esteri Abdelati Obeidi, è arrivato oggi ad Ankara per chiedere «l'aiuto della Turchia» per arrivare a un cessate il fuoco con i ribelli. Ieri Obeidi ha incontrato ad Atene il premier Georges Papandreou, al quale avrebbe dichiarato che il «regime sta cercando una soluzione» al conflitto in atto, stando a quanto riferito dal ministro degli Esteri greco.

Ad Ankara è arrivato anche il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, per discutere con i responsabili turchi della missione della Nato in Libia, cui la Turchia partecipa con una forza navale. Rasmussen deve avere un colloquio a porte chiuse con il primo ministro Recep Tayyip Erdogan. I ministri della Difesa e degli Esteri, rispettivamente Vecdi Gonul e Ahmet Davutoglu, saranno presenti a questo colloquio

Il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, che l'Italia ha riconosciuto oggi come unico interlocutore in libia, ha comunque escluso l'opzione della successione al potere in Libia da parte di uno dei figli di Gheddafi. «E' impossibile, inaccettabile» ha dichiarato il responsabile esteri dell'amministrazione provvisoria libica, Ali Al Isawi in una conferenza stampa a Roma con il ministro degli Esteri Franco Frattini. Il titolare della Farnesina ha manifestato la volontà del governo di «organizzare dei voli nella regione per il trasporto dei feriti più gravi negli ospedali italiani». L'Italia, ha aggiunto Frattini, provvederà anche ad allestire «una nave ospedale nel porto di Misurata».