3 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Crisi libica

Nato: Non armiamo i civili. Ma i ribelli perdono Brega

Raid della coalizione a ovest di Ajdabiya per fermare le truppe di Gheddafi. La Nato ha assunto il comando delle operazioni

ROMA - Le forze internazionali sono tornate in aiuto dei ribelli, ormai in ritirata verso Bengasi perché incapaci di fronteggiare le truppe fedeli a Muammar Gheddafi. In poche ore, l'esercito del Colonnello ha infatti riconquistato i centri petroliferi di Ras Lanuf e Brega, puntando ora verso Ajdabiya. Così, con la popolazione impaurita in fuga verso est, gli aerei della coalizione internazionale - ormai a comando Nato - sono tornati in azione dopo due giorni, bombardando le truppe del regime a poche decine di chilometri dalla città.

Sul terreno, dunque, i ribelli non stanno opponendo resistenza all'avanzata delle truppe di Gheddafi, che hanno riguadagnato le posizioni tenute fino a sabato, quando i ribelli avevano cominciato ad avanzare verso ovest grazie all'aiuto dei raid aerei della coalizione, arrivando lunedì a poche decine di chilometri da Sirte. Viste le difficoltà incontrate dai ribelli, un raid aereo contro le truppe di Gheddafi è stato condotto dalle forze internazionali poco prima delle 17, a ovest di Ajdabiya. Lo ha riferito un giornalista dell'Afp, che ha visto un'enorme palla di fuoco alzarsi in cielo, seguita da una coltre di fumo nero, a diversi chilometri dalla città. Il raid, il primo in due giorni, è stato subito salutato con gioia da un centinaio di ribelli riuniti alle porte di Ajdabiya, prossimo obiettivo delle truppe del Colonnello. Secondo altre fonti, molti residenti, saputo della caduta di Brega in mano alle forze governative, stanno lasciando la città in preda al panico, per dirigersi verso Bengasi, roccaforte degli insorti.

La Nato, intanto, ha annunciato di aver iniziato ad assumere il comando delle operazioni in Libia, finora in mano statunitense: il trasferimento delle responsabilità dovrebbe procedere «gradualmente» e terminare domani mattina. Intanto, ha parlato il Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, secondo cui lo scenario peggiore per la Libia sarebbe quello di divenire «uno Stato delinquente» che alimenti l'estremismo e il terrorismo. Rasmussen ha poi ribadito l'impossibilità per l'Alleanza di armare i ribelli. «L'esito ideale sarebbe una soluzione pacifica al conflitto e una transizione verso una democrazia durevole, ma spetta ai libici progettare il futuro del loro Paese» ha proseguito Rasmussen, sottolineando come il ruolo della Nato sia quello di «proteggere i civili da qualsiasi attacco» e non di armarli. «Spero veramente di poter presto vedere un cessate il fuoco» ha concluso il Segretario generale dell'Alleanza, intervenuto a una conferenza tenuta presso l'università di Rotterdam, in Olanda.