3 ottobre 2025
Aggiornato 06:30
Crisi libica

Al summit di Londra voci insistenti su esilio Gheddafi

Il rais invita il gruppo di contatto a fermare le operazioni militari: «Un'azione degna di Hitler»

LONDRA - Nel giorno del summit di Londra sulla possibile 'soluzione politica' alla crisi libica, si moltiplicano le voci su una possibile trattativa che aprirebbe la strada all'esilio del leader libico Gheddafi.
Il ministro degli Esteri libico Musa Kusa - secondo fonti stampa - si trova in Tunisia, dove starebbe trattando con delegati italiani una «agevole via di uscita» per il leader Muammar Gheddafi. Anche l'emittente araba al Jazeera ha riferito della visita del ministro libico in Tunisia, affermando che Kusa potrebbe raggiungere l'Italia.

Ipotesi esilio - Ieri, il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini aveva dichiarato che «vi sono paesi africani che potrebbero offrire ospitalità» al colonnello, anche se «non ci sono ancora proposte formali» e oggi il capo della diplomazia spagnola Jimenez e quello britannico Hague non escludono l'ipotesi che - dice la Jimenez - sarebbe ancora «giuridicamente» possibile (il Tribunale Penale Internazionale non ha ancora formalizzato alcuna accusa contro il Rais).

Unione Africana - Oltre alla voci relative alla misteriosa missione di Musa Kusa un'indiretta conferma della pista dell'esilio viene dalle stesse dichiarazioni rilasciate da Gheddafi questa mattina.«Lasciate che sia l'Unione africana a gestire la crisi, la Libia accetterà tutto quello che l'Ua deciderà» ha dichiarato oggi Gheddafi, nel messaggio pubblicato dall'agenzia ufficiale Jana. L'Ua ha proposto una cessazione immediata dei combattimenti e l'apertura di un dialogo tra libici, preliminare a una «transizione» democratica ma nella sua mediazione sarebbe presente - seppur non esplicitata - anche la carta dell'esilio.

Nel suo discorso, Gheddafi si è anche rivolto al «gruppo di contatto» invitando la coalizione a interrompere l'offensiva contro la Libia. Un'azione degna di Hitler, ha aggiunto: «Lasciate la Libia ai libici, state eseguendo un'operazione di sterminio, state distruggendo un popolo che viveva in pace e in sicurezza, state per distruggere un paese in corso di sviluppo».