28 marzo 2024
Aggiornato 15:00
Crisi libica

Colpito il bunker di Gheddafi, in azione Tornado italiani

Tregua violata, bombe a Bengasi. Gli USA: «Non vogliamo eliminare il rais libico»

ROMA - Nel secondo giorno di operazioni militari contro il regime libico, la coalizione internazionale ha colpito e distrutto un edificio del bunker di Muammar Gheddafi a Tripoli. Secondo quanto riferito da un responsabile dell'alleanza, il compound ospitava un centro di «comando e controllo» delle forze libiche. Una missione portata a compimento nel giorno della prima operazione diretta di aerei italiani sul territorio libico. Sei Tornado sono decollati a partire dalle 20 dalla base di Trapani Birgi per sopprimere le difese aeree del colonnello. Il raid è stato completato con successo.

Poco prima della missione italiana, alle 21, era scattato il cessate il fuoco annunciato dal regime. Ma la tregua è durata poco. A Bengasi, per tutta la notte, si sono sentiti spari ed esplosioni: gli uomini del rais hanno attaccato i ribelli, che hanno fatto della città nell'est della Libia il loro quartier generale. E la stessa coalizione internazionale, al momento, non sembra credere troppo alle promesse del colonnello. «Oggi Gheddafi ha dichiarato una tregua. La nostra opinione al momento è che si tratta di una menzogna e che la tregua è stata immediatamente violata», ha dichiarato il consigliere per la Sicurezza nazionale di Barack Obama, Tom Donilon.
«Non è la prima volta che le autorità libiche dichiarano la loro intenzione di applicare un cessate il fuoco per mettere fine alle violenze contro la popolazione civile libica. Noi auspichiamo che questa volta alle dichiarazioni facciano seguito azioni concrete», ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini. «Un cessate il fuoco, immediato, effettivo, e rigorosamente rispettato sarebbe il modo migliore per attuare da subito le disposizioni della risoluzione dell'Onu 1973, che é stata da noi concepita per il solo obiettivo di proteggere la popolazione civile libica dalle violente repressioni del proprio regime e non di condurre una guerra in territorio libico», ha aggiunto il titolare della Farnesina.

Nell'incertezza, la coalizione di volenterosi - sotto il comando americano - ha continuato a sganciare bombe su obiettivi sensibili. E' stata colpita una parte del bunker di Gheddafi. L'edificio in questione è situato a una cinquantina di metri della tenda dove il colonnello riceveva normalmente i suoi ospiti. È stato completamente distrutto da un missile, ha indicato un portavoce del regime, Moussa Ibrahim, ai giornalisti stranieri che sono stati trasportati in autobus sul posto per verificare di persona.

Mentre nella notte sono tornate in azione anche le forze britanniche. «Posso confermare che le forze armate britanniche hanno partecipato a un'altra incursione coordinata contro i sistemi libici di difesa antiaerea», ha dichiarato il generale John Lorimer, in un comunicato del ministero della difesa. «Per la seconda volta, il Regno Unito ha lanciato dal Mediterraneo missili (da crociera) Tomahawk da un sommergibile di classe Trafalgar nel quadro di un piano coordinato della coalizione per applicare la risoluzione» del Consiglio di sicurezza dell'Onu che autorizza il ricorso alla forza contro il regime del colonnello Muammar Gheddafi, ha spiegato il generale.

L'eliminazione fisica del rais, comunque, non è un obiettivo della coalizione. «Bisogna rispettare il mandato della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu», ha spiegato il capo del Pentagono, Robert Gates, secondo il quale il comando delle operazioni potrebbe passare presto in mano a francesi e britannici. Il segretario alla Difesa è atteso in Russia, dove proverà ad ammorbidire la posizione di Mosca, che ha espresso rammarico per raid aerei della coalizione «non selettivi». A sole 24 ore dall'avvio dell'operazione Odissey Dawn (Odissea all'alba), tra l'altro, gli alleati devono fare i conti anche con l'opposizione ai raid aerei espressa da Lega Araba e Cina.