Il figlio di Gheddafi ai ribelli: negoziamo
In intervista rilasciata ieri a tarda ora. Gheddafi junior ha inoltre smentito che mercenari abbiano partecipato agli attacchi contro i manifestanti
TRIPOLI - Saif al Islam, il figlio del leader libico Muammar Gheddafi, ha proposto di sospendere gli attacchi contro gli oppositori del regime e di avviare un negoziato con loro.
In dichiarazioni rilasciate ieri a tarda ora, dai contenuti decisamente discordanti con quelli dell'intervista concessa a Cnn-Turk, Gheddafi junior ha inoltre smentito che mercenari abbiano partecipato agli attacchi contro i manifestanti, dopo che questi ultimi avevano denunciato di africani arrivati dal Ciad e dal Mali coinvolti nella repressione.
«Abbiamo a che fare con terroristi», ha spiegato, «L'esercito ha deciso di non attaccare i terroristi e concedere loro un'opportunità di negoziato. Auspichiamo di farlo in modo pacifico, auspichiamo di farlo già domani». Saif al Islam Gheddafi ha inoltre promesso che lo stato riassumerà il controllo sulla parte orientale della Libia, ormai in mano ai ribelli. I manifestanti controllerebbero, secondo le testimonianze, Bengasi e la Cirenaica.
Muammar Gheddafi e la sua famiglia hanno sostenuto che la rivolta in Libia sia istigata da terroristi e fondamentalisti islamici di al Qaida e ha promesso che gli oppositori del regime saranno uccisi. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha stimato in almeno mille il numero dei morti. I residenti di Bengasi, secondo Saif al-Islam, si sono lamentati perchè le loro condizioni di vita sono peggiorate.
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