Libia, rivolta in un bagno di sangue. Più di 80 morti
Gheddafi oscura la rete: 24 morti nell'ultima giornata di scontri. Il figlio Saadi assediato in albergo
TRIPOLI - La Libia del colonnello Muammar Gheddafi è in preda ad una contestazione senza precedenti contro un potere che dura da più di 40 anni e sta cercando di resistere alle proteste 'libertarie' scoppiate sull'onda delle 'rivoluzioni' in Tunisia ed Egitto. Il leader libico ha reagito con la forza alle manifestazioni di protesta degli ultimi giorni, schierando la polizia in forze. Ventiquattro persone sono rimaste uccise negli scontri di ieri tra forze di sicurezza e manifestanti anti-regime a Bengasi. Un bilancio che, però, potrebbe essere ben più grave. Secondo un conteggio compiuto dall'Afp, almeno 65 persone sono morte in Libia dall'inizio della sommossa popolare. L'organizzazione non governativa Human Rights Watch ha invece stilato un bilancio ben più pesante, di almeno 84 morti a partire da giovedì.
La giornata di oggi si è aperta con la sospensione dei servizi internet in tutto il Paese da parte del governo; i manifestanti avrebbero invece occupato l'aeroporto di Bengasi, teatro degli scontri più sanguinosi e dove ieri è stata data alle fiamme la sede di una radio locale. La televisione satellitare panaraba Al Jazeera ha riportato testimonianze secondo cui stamane vi sarebbero ancora morti nelle strade e immagini di 'obitori d'emergenza'. Nell'ospedale di Bengasi, secondo queste testimonianze, potrebbero esserci circa 120 morti.
Tutti i medici della città sono stati chiamati all'ospedale di Al Jalaa, e la popolazione è stata esortata a donare sangue. Tutti i manifestanti uccisi, secondo fonti di stampa, sarebbero stati raggiunti da colpi d'arma da fuoco mentre «tentavano di attaccare» una caserma e un commissariato durante un funerale. «Ad oggi la soglia di caduta di un regime è stabilita in 300 morti. L'esercito libico è pronto ad andare al di là di questa soglia?», si chiede Antoine Basbous, dell'Osservatorio dei paesi arabi.
La Farnesina, da parte sua, sconsiglia viaggi «non essenziali» in Cirenaica, la regione nordorientale della Libia scossa in questi giorni dalle violente proteste. Il ministero degli Esteri ha lanciato il suo messaggio attraverso attraverso 'Viaggiare sicuri', il sito internet costantemente aggiornato dall'Unità di Crisi sulla situazione dei Paesi nel mondo.
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