19 marzo 2025
Aggiornato 03:00
Oggi la «Giornata della collera»

Libia, alta tensione a Tripoli

Su Twitter voci di 2 morti. Usa: «Soddisfare le aspirazioni del popolo». Ieri liberati 110 detenuti del Gruppo islamico combattente

ROMA - Su blog e social network, per tutta la giornata di ieri, si sono rincorse voci di incidenti in Libia. Lunghe ore di forte tensione che sono seguite a una notte di scontri, arresti, feriti e, secondo informazioni non confermate ufficialmente, anche due morti. Una situazione che rischia di precipitare oggi, nella Giornata della Collera. E non è un caso che gli Stati uniti, ieri sera, abbiano chiesto alle autorità di Tripoli di andare incontro alle aspirazioni della popolazione.

FERITI A BENGASI - Sarebbero trentotto le persone rimaste ferite negli scontri avvenuti fino ad ora a Bengasi. Sostenitori del colonnello Muammar Gheddafi e polizia hanno caricato i manifestanti riuniti davanti a un commissariato, per chiedere la liberazione di un attivista. A manifestare, i familiari dei detenuti uccisi nel 1996 in una sparatoria nella prigione di Abu Slim, a Tripoli: secondo Human Rights Watch, furono almeno 1.200 i prigionieri uccisi dalle forze dell'ordine, in circostanze ancora poco chiare. Da anni le famiglie, di cui la maggior parte è originaria di Bengasi, non smettono di chiedere giustizia.

DUE MORTI? - Gli scontri a Bengasi, secondo alcuni attivisti libici, avrebbero provocato due morti. La notizia si è diffusa su Twitter, ma non ci sono state conferme. Secondo queste fonti, la polizia avrebbe sparato sui manifestanti.

LE PRESSIONI DEGLI STATI UNITI - «I paesi della regione stanno affrontando le medesime difficoltà in materia di demografia, aspirazioni popolari e bisogno di riforme», ha dichiarato il portavoce del dipartimento di Stato americano, Philip Crowley. «Incoraggiamo questi paesi a prendere delle misure specifiche che rispondano alle aspirazioni, ai bisogni e alle speranze del loro popolo. La Libia rientra senza alcun dubbio in questa categoria», ha aggiunto il diplomatico statunitense. Crowley ha evitato di rispondere esplicitamente a chi gli chiedeva se non ritenesse Muammar Gheddafi «un dittatore». Ma il suo pensiero è emerso con chiarezza: «Non credo che sia arrivato al potere democraticamente», ha detto.

GOVERNO CONTRO MANIFESTANTI - Intanto, sono arrivate le prime dichiarazioni ufficiali del governo libico sulle manifestazioni: «Non permetteremo a un gruppo di persone di andare in giro di notte e di giocare con la sicurezza della Libia» riporta la Bbc online.

SCRITTORE ARRESTATO - Lo scrittore libico Idris al-Mesmari sarebbe stato arrestato, dopo un'intervista rilasciata ad al-Jazeera. Lo riportano alcune fonti a Tripoli e Londra al servizio arabo della Bbc.

ESTREMISTI ISLAMICI LIBERATI - Le autorità hanno liberato oggi 110 detenuti, appartenenti al Gruppo islamico combattente libico (Gicl); sono così 360 i «prigionieri politici» rilasciati da marzo, appartenenti a diversi gruppi islamici; tutti «hanno sposato il programma di riabilitazione, che prevede la rinuncia alla violenza e il loro reinserimento nella società libica» ha reso noto la Lega libica dei diritti dell'uomo. Il programma di riabilitazione è stato voluto da Seif Al-Islam, figlio di Gheddafi. Il Gicl aveva riaffermato nel 2007 la sua determinazione a rovesciare il regime del Colonnello per rimpiazzarlo con uno Stato islamico radicale, prima di annunciare, nello stesso anno, l'affiliazione ad al-Qaida.