Punjab, l'omicida del governatore eroe su Facebook
Il social network ha chiuso le pagine del gruppo dedicato a Salman Taseer, esponente del Partito del popolo (Ppp). Il Ministro per le minoranze condanna l'omicidio
ISLAMABAD - Più di duemila utenti di Facebook si sono rallegrati per l'omicidio del governatore del Punjab e della sconfitta inflitta in questo modo ai liberali che denunciano l'islamizzazione del Pakistan.
Salman Taseer, esponente del Partito del popolo (Ppp) al potere e uno dei rari uomini politici pachistani a criticare apertamente il fondamentalismo islamico, è stato assassinato a Islamabad da una delle sue guardie del corpo, il 26enne Malik Mumtaz Hussain Qadri.
Quest'ultimo, che ha crivellato con ventinove proiettili la vittima, si è consegnato spiegando di aver ucciso il governatore perché quest'ultimo era favorevole a una revisione della legge sulla blasfemia. Fin da ieri sera, alcune ore dopo l'omicidio, quasi 2.000 utenti di Facebook si sono iscritti a un gruppo che rende omaggio a Malik Mumtaz Hussain Qadri. Le pagine a lui dedicate sono state però già cancellate dal social network. Ma altri utenti di Facebook utilizzavano le loro pagine personali pubblicando commenti come: «Salutiamo Mumtaz Qadri», «Grazie a dio (Taseer) non è più vivo».
Il Ministro per le minoranze condanna l'omicidio - L'omicidio del governatore del Punjab, Salmaan Taseer è un gesto che condanno con tutta la forza come ogni altro atto di violenza» ha detto il ministro per le minoranze del Pakistan Shahbaz Bhatti, che come Taaser si è battuto recentemente contro la 'legge sulla blasfermia».
«Ora continueremo con maggiore forza - ha detto quindi Bhatti entrano in argomento - a batterci per fermare il ricorso alla legge sulla blasfemia. Continuerò a parlare personalmente con tutti i leader politici. Questa escalation di violenza non ci fermerà».
«Il governatore Salman - ha detto Bhatti - è stato davvero coraggioso, ci ha dato l'esempio su come difendere Asia Bibi e la giustizia in Pakistan. E ci insegna che è tempo di rivedere la legge sulla blasfemia. Per fermare coloro che fomentano il fondamentalismo religioso in particolare contro le minoranze cristiane.
«Anche il caso Asia Bibi - ha aggiunto - è tutt'altro che chiuso. Ora stiamo aspettando che si completi l'iter processuale ma sto bussando a tutte le porte per salvare questa donna e ristabilire la giustizia. Gli estremisti religiosi mi hanno già scagliato contro una fatwa per uccidermi. La sede del ministero è costantemente sotto attacco sia per la vicenda specifica di Asia Bibi sia per la campagna ingaggiata contro la legge sulla blasfemia. Ma io sento da questo punto di vista un discepolo di Gesù Cristo, del suo dono totale della vita e della libertà».