19 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Dossier iraniano

Mottaki: no all'atomica, la nostra arma è la cultura

Il Ministro degli esteri iraniano: «Non useremo mai la forza contro vicini musulmani». Frattini: «A Ginevra l'obiettivo è un negoziato di sostanza»

MANAMOA - I paesi del Golfo sono preoccupati. Il programma nucleare iraniano provoca tensioni e non sono pochi gli Stati della regione a ritenere che Teheran stia provando a dotarsi dell'ordigno nucleare. Un'eventualità che è stata esclusa, in Bahrein, dal ministro degli Esteri Manouchehr Mottaki, che ha provato a rassicurare tutti sulle intenzioni dell'Iran: «l'era dell'arma atomica è finita, l'Iran non ha fatto ricorso alla forza contro i suoi vicini e non lo farà mai, perché i suoi vicini sono musulmani», ha detto ieri al forum di dialogo sulla sicurezza regionale, in corso a Manama.
D'altra parte, ha sottolineato il capo della diplomazia iraniana, Teheran dispone di «armi più potenti della bomba nucleare»: «sono la nostra cultura, il dialogo, la nostra logica di cooperazione con gli altri», ha precisato.

Il programma nucleare iraniano, dunque, non ha fini bellici, secondo Mottaki. Lo ribadisce con forza, e più volte, il ministro, alla vigilia della ripresa dei negoziati tra Teheran e il Gruppo 5+1 sul nucleare iraniano, il 6 dicembre a Ginevra. E' il titolare della Farnesina, Franco Frattini, a individuare gli obiettivi dei prossimi colloqui. «Il nostro obiettivo non è arrivare alla soluzione al primo incontro di Ginevra. Il nostro obiettivo è che il negoziato stia in piedi, che dopo il primo incontro ve ne sia un altro, sempre di maggior sostanza», ha detto Frattini.

Intanto, però, bisogna fare i conti con quanto dice Mottaki. Che in perfetto stile iraniano ha lanciato anche un avvertimento agli Occidentali: «Da sei mesi ci vengono inflitte sanzioni, ma se vogliono vedere qualche effetto dovranno aspettare ancora a lungo», ha detto. «Non è vero che l'Iran stia cercando di dotarsi dell'arma nucleare. Per questo motivo crediamo che si tratti di una grande bugia messa in giro alcuni anni fa dagli Stati Uniti», ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran, precisando che «in tutti i documenti dell'Aiea non è provato che l'Iran si stia muovendo verso l'arma atomica».