24 marzo 2025
Aggiornato 23:00
Missioni USA

Obama: via dall'Iraq, si resta in Afghanistan

Il Presidente USA conferma le promesse: «L'impegno in Iraq sta cambiando. Sarà guidato dai diplomatici»

NEW YORK - Quasi otto anni dopo aver definito la guerra in Iraq una «guerra stupida» e circa due anni dopo essersi insediato alla Casa Bianca promettendo di portarla a termine, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha confermato l'impegno preso già durante la campagna elettorale di lasciare l'Iraq in tempi rapidi. «Poco dopo essermi insediato alla presidenza», ha detto Obama, «ho chiarito che le operazioni di combattimento americane in Iraq sarebbero terminate entro il 31 agosto 2010. Ed è esattamente ciò che stiamo facendo, come promesso, nei tempi stabiliti». Obama ha specificato che «l'impegno in Iraq sta cambiando», passando «da un impegno militare guidato dalle nostre truppe ad uno civile guidato dai nostri diplomatici».

AFGHANISTAN - Non c'è solo l'Iraq però nei pensieri del presidente degli Stati Uniti, Obama ha infatti parlato anche di Afghanistan, dove l'impegno americano andrà invece avanti. «Stiamo affrontando enormi problemi in Afghanistan. Ma è importante che il popolo americano sappia che stiamo facendo progressi e che siamo concentrati sugli obiettivi, che sono chiari e raggiungibili». Il presidente, parlando alla convention dei Disabled American Veterans, associazione degli invalidi di guerra, ha spiegato che «insieme ai nostri partner internazionali e a quelli afghani stiamo lanciando l'offensiva contro i Talebani, un offensiva mirata ai leader, sfidandoli nelle regioni dove hanno campo libero, addestrando le forze di sicurezza nazionali afghane». Obama ha inoltre sottolineato che sul fronte civile, gli Stati Uniti «stanno insistendo su una maggiore responsabilizzazione», un punto su cui il Governo afghano «ha compiuto passi concreti per «incoraggiare lo sviluppo, combattere la corruzione e andare avanti con il processo di integrazione».
«Non dimentichiamocelo», ha continuato Obama, «è in Afghanistan che Al Qaida ha complottato e pianificato l'omicidio di 3.000 innocenti l'11 settembre. E' in Afghanistan e nelle regioni tribali del Pakistan che i terroristi hanno lanciato altri attacchi verso di noi e verso i nostri alleati. Se l'Afghanistan fosse inghiottito da una larga rivolta, Al Qaida e i suoi affiliati potrebbero avere uno spazio ancora maggiore per pianificare il prossimo attacco. Come presidente degli Stati Uniti mi rifiuto di farlo accadere».