18 aprile 2024
Aggiornato 09:30

Marea nera, il test sul nuovo tappo rinviato

Dopo quasi tre mesi, la fuga potrebbe essere fermata

NEW ORLEANS - L'America e il mondo intero restano con il fiato sospeso in attesa di sapere se il nuovo «tappo», posato con successo dai tecnici della Bp sul pozzo nei fondali del Golfo del Messico riuscirà a contenere la fuga di greggio, in corso ormai da quasi tre mesi.

Il test, che doveva svolgersi ieri sera, è stato rinviato a stasera, ha reso noto l'ammiraglio Thad Allen, incaricato delle operazioni dall'amministrazione americana. La decisione di ritardarlo è stata presa dopo un incontro con il ministro dell'Energia e dell'Ambiente Usa, Steven Chu, e altri tecnici di massimo livello. «In seguito a questa riunione, abbiamo deciso che l'operazione necessita di nuovi elementi, di cui saremo in possesso stasera o domani», ha dichiarato ieri sera l'ammiraglio.

L'operazione di installazione, battezzata Top Hat 10, «è andata estremamente bene», ha detto ieri Kent Wells, uno dei vice direttori generali di British Petroleum. «Ma sappiamo bene che il lavoro non è ancora finito». Ora si tratta di testare la tenuta della cupola e nelle prossime ore si capirà se l'uscita di petrolio potrà finalmente essere arrestata. La speranza è che il tappo riesca a contenere totalmente la fuga dei milioni di litri di greggio, la peggiore catastrofe ambientale nella storia degli Stati Uniti.

Se la pressione aumenterà e contemporaneamente il tappo non mostrerà segni di cedimento, allora Bp, in collaborazione con un gruppo di scienziati del governo, potrà chiudere le valvole del pozzo. Ma se la pressione diminuirà più del previsto, significa che il pozzo è danneggiato e che il petrolio penetra nelle rocce del fondale circostante. In questo caso, Bp sarà costretta a riaprire il pozzo. «Se i test ci segnaleranno la necessità di riaprire il pozzo, allora lo faremo. Se invece ci diranno che è possibile mantenerlo chiuso, agiremo di conseguenza», ha detto Wells.

Finora il disastro della Deepwater Horizon è costato al gruppo petrolifero britannico 3,5 miliardi di dollari; è stato calcolato che dal 26 aprile scorso si è riversata nelle acque del Golfo una quantità di greggio compresa fra i 2,3 milioni e i 4,5 milioni di barili.