20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Missione ISAF

Petraeus rivedremo le regole d'ingaggio

L'«Imperativo morale» è proteggere le truppe, sì all'exit strategy di Obama

NEW YORK - David Petraeus dà pieno sostegno alla exit strategy dalla guerra in Afghanistan del presidente Barack Obama e promette di rivedere le regole di ingaggio delle truppe Usa. Il generale è apparso oggi davanti alla Commissione dei servizi armati del Senato per ottenere la conferma della nomina a comandante delle truppe Usa e Nato in Afghanistan fatta da Obama la settimana scorsa dopo le dimissioni forzate del generale 'ribelle' Stanley McChrystal.

Petraeus ha ricordato ai senatori che la decisione di riportare in patria gran parte delle truppe entro il luglio 2011 non rappresenta un'uscita affrettata. Anche se il generale non ha apertamente espresso il suo sostegno alla exit strategy come ha fatto in precedenza, il senso delle sue parole è stato chiaro. Allo stesso tempo però Petraeus ha sottolineato il fatto che l'impegno delle truppe americane in Afghanistan è «duraturo» e che serviranno anni prima che le forze di sicurezza afgane possano prendere appieno il controllo della situazione. Un modo per dire che il ritiro delle truppe non è una fuga dal paese e che la missione in Afghanistan non verrà lasciata a metà.

Petraeus ha poi parlato di unità tra esercito statunitense e civili nella missione in Afghanistan. Il generale si è infatti impegnato a cooperare con tutte le forze e i leader civili in Afghanistan, come previsto dalla strategia della contro-insorgenza seguita dal suo predecessore McChrystal e di cui lo stesso Petraeus è un fautore fin dai tempi del suo impegno nella guerra in Iraq come comandante delle forze armate Usa (MNF-I).

Il generale ha promesso di «rivedere con molta attenzione» alle regole di ingaggio delle truppe Usa in Afghanistan, se verrà confermato nell'incarico. McChrystal, dimessosi la settimana scorsa dopo un articolo apparso sulla rivista Rolling Stone in cui criticava duramente l'amministrazione Obama, era stato criticato per aver posto troppi limiti all'uso di armi da parte dei propri soldati al fine di proteggere il più possibile la vita dei civili. Davanti alla commissione Petraeus ha detto che considera la protezione delle truppe americane e afgane «un imperativo morale da perseguire con tutti i mezzi». Per il generale «coloro che stanno sul campo devono avere tutto il sostegno di cui hanno bisogno in una situazione difficile». Quindi, sottintendendo che le regole restrittive sulla libertà di azione dei soldati vanno riviste.