19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
L'assalto alla nave degli aiuti

Cinque gli italiani, uno è di origine giordana

Sono una giornalista, due videomaker, un tenore e un attivista. I loro telefoni satellitari risultano al momento «muti»

MILANO - Sono cinque i cittadini italiani di cui si ha certezza che fossero a bordo delle navi della «Freedom Flotilla» attaccate la notte scorsa dalla Marina militare israeliana. E' quanto si apprende da diverse fonti della galassia delle associazioni italiane solidali con il popolo palestinese.

I NOMI - Si tratta di Angela Lano, direttore genovese dell'agenzia di stampa Infopal, di Manolo Luppichini, videomaker free-lance romano, di Manuel Zani, fotografo e videomaker freelance di Cesena, di Giuseppe «Joe» Fallisi, tenore 50enne milanese e di Muin Qaraqe, cittadino italiano di origini giordane residente a Milano (dove ha moglie e tre figli) e membro dell'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp).

SATELLITARI «MUTI» - Altri tre cittadini italiani dovevano imbarcarsi per varie ragioni sono rimasti bloccati a Larnaca, città sulla costa meridionale di Cipro dove la flotta dei pacifisti ha fatto scalo l'altro ieri. I tre sono Fernando Rossi, ex senatore e co-fondatore della formazione «Per il Bene Comune» con la presidente dello stesso movimento, Monia Benini. Il terzo italiano bloccato è Abd El Jaber Tamimi, di origini palestinesi, ricoverato a Larnaca per un malore e rientrato a Milano, città dove risiede, nella mattinata di ieri. Anche lui, come Qaraqe, è membro dell'Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese (Abspp).
Nessuna dei movimenti a cui fanno riferimento i cinque italiani hanno avuto loro notizie da circa qualche ora prima del blitz compiuto dagli israeliani e i loro telefoni satellitari risultano al momento «muti».