3 ottobre 2025
Aggiornato 07:00
Tensione in Medio Oriente

Israele attacca flottiglia di navi Ong diretta a Gaza, 19 morti e 26 feriti

Tel Aviv: «Noi attaccati». Turchia: «Inaccettabile, ora conseguenze». A bordo anche cinque italiani, non coinvolti nella sparatoria

TEL AVIV - Si temevano scontri, ma nessuno si aspettava una carneficina. Israele aveva avvertito che non avrebbe consentito alle navi della «Freedom Flotilla», carica di attivisti di ong internazionali e aiuti umanitari, di arrivare a Gaza, forzando il blocco imposto da Tel Aviv. Ma l'attacco alla 'flotilla' ha provocato almeno 19 morti, provocando la reazione indignata non solo del mondo arabo.

L'ASSALTO - Nella notte, la marina militare israeliana ha assaltato almeno una delle sei navi (con a bordo attivisti turchi) del convoglio Freedom Flotilla, partito ieri dal porto cipriota di Nicosia. L'attacco sarebbe avvenuto, secondo gli attivisti, in «acque internazionali, a 75 miglia al largo della costa di Israele, in violazione del diritto internazionale». A bordo delle navi, circa 700 persone (tra cui tre italiani) e 10.000 tonnellate di aiuti umanitari.
Fonti della difesa israeliana hanno affermato che l'esercito avrebbe risposto agli spari e alle violenze degli attivisti. «Di fronte alla necessità di difendere la propria vita - si legge in un comunicato della Difesa israeliana - i soldati hanno impiegato dei mezzi anti-sommossa e hanno aperto il fuoco». La polizia, intanto, ha alzato il livello di allerta in Israele per far fronte a «eventuali disordini» da parte di arabi israeliani.

DURE LE REAZIONI - Ma l'attacco ha provocato la dura reazione del mondo intero. Tensione soprattutto in Turchia: alla notizia delle violenze, decine di manifestanti hanno provato a fare irruzione al Consolato israeliano a Istanbul; situazione critica anche ad Ankara, dove una folla inferocita si è radunata all'esterno dell'ambasciata e davanti all'abitazione privata dell'ambasciatore di Tel Aviv, Gabby Levy. Il diplomatico è stato convocato dal ministero degli Esteri per un incontro urgente con la diplomazia turca, che avrebbe chiesto la consegna, al più presto, dei cittadini turchi rimasti feriti. Dura la condanna di Ankara, che ha definito «inaccettabile» l'attacco, che potrebbe avere «conseguenze irreparabili».

ITALIANI A BORDO NON COINVOLTI - Fra gli attivisti della flottiglia che cercava di recarsi a Gaza c'erano anche cinque italiani: è quanto riferisce la Farnesina interpellata sulla vicenda. Le fonti del ministero degli Esteri italiano riferiscono anche che non risultano italiani coinvolti nella sparatoria che ha provocato morti e feriti. L'ambasciata italiana in Israele ha comunque inviato alcuni funzionari ad Haifa, dove la flottiglia verrà scortata dalle forze israeliane, per verificare la situazione sul posto.

FRATTINI: «FATTO GRAVE» - «Deploro in modo assoluto l'uccisione di civili. E' un fatto certamente grave». Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, in una dichiarazione alla stampa in merito all'assalto israeliano di questa notte alla «Flottiglia Freedom» con aiuti umanitari per la popolazione palestinese di Gaza.

TENSIONE IN ISRAELE - Intanto la polizia israeliana ha elevato lo stato di allerta nelle zona del Wadi Ara (60 chilometri a nord di Tel Aviv), dopo che nella città di Um el-Fahem si era sparsa la voce - finora non confermata - che nell'attacco della marina israeliana alla flotta di attivisti filo-palestinesi diretti a Gaza sia stato ferito dai militari lo sceicco Raed Sallah, leader del Movimento islamico nel Nord di Israele, che vive a Um el-Fahem. La radio militare aggiunge che i vertici della polizia israeliana hanno condotto stamane una seduta di emergenza e che continuano a seguire da vicino l'evolversi della situazione nella popolazione araba.