29 aprile 2024
Aggiornato 08:00
BP tenta «top kill»

Obama: sconfiggeremo la marea nera

Il Presidente americano: «Necessario cercare fonti di energia alternative»

NEW YORK - Mentre la BP nel Golfo del Messico tentava la disperata ultima opzione dell'operazione 'top kill' per fermare la marea nera, (un'iniezione di oltre 22 tonnellate di fango e liquidi densissimi dentro il pozzo che riversa in mare ogni giorno 800.000 litri di greggio) il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto che il suo governo «non conoscerà pace» finché la marea nera non sarà ripulita.

Aumentano le polemiche contro il governo che ancora non si è deciso a prendere in mano la situazione direttamente. Venerdì Obama si recherà per la seconda volta in Louisiana per valutare personalmente la gravità della situazione e gli effetti degli sforzi finora compiuti. Ieri, per ribadire che l'amministrazione non è affatto passiva nei confronti di un disastro che già in molti chiamano la «Katrina di Obama», ha ribadito che farà ogni sforzo possibile. Ed è tornato a distaccarsi dalle trivellazioni petrolifere.

Energie alternative - Parlando ai dipendenti di una fabbrica di pannelli solari nel nord della California, il presidente ha detto che la chiazza di petrolio nel Golfo mette in evidenza quanto sia necessario cercare fonti di energia alternative. Per Obama, inoltre, le trivellazioni ad alta profondità, come quelle che avvenivano nella piattaforma «Deepwater Horizon», sono costose e creano rischi eccessivi. Tuttavia, il presidente americano non si è schierato apertamente con l'uso del petrolio.