Via libera del Pentagono ai gay nell'esercito
Il Segretario alla Difesa Robert Gates: «Ma approvazione della riforma da parte del Congresso è ancora incerta»
NEW YORK - Il Segretario americano alla Difesa Robert Gates è pronto ad «accettare», anche se a malincuore, l'accordo concluso ieri sera tra l'amministrazione Obama e il Congresso per porre termine all'esclusione dei gay nell'esercito e alla politica del «Don't Ask, Don't Tell» (non chiedere, non dire). Lo ha reso noto il portavoce di Gates, Geoff Morrell.
REPUBBLICANI CONTRARI - Il Congresso ha acconsentito a lasciare al ministro la decisione su quando la riforma - che abroga una legge del 1993 - entrerà in vigore, e quindi il Segretario alla Difesa «può accettare» i termini dell'iniziativa proposta dai parlamentari, ha detto Morrell. Il capo del Pentagono continua tuttavia a pensare che sarebbe stato meglio che il dipartimento della Difesa avesse potuto rivedere la questione a livello militare «prima che qualsiasi legislazione abroghi la legge». Le possibilità che la riforma sia approvata dal Congresso non sono ancora chiare, dato che i repubblicani si opporranno e molti democratici sono incerti.
«DON'T ASK DON'T TELL» - Ieri in una lettera inviata al senatore indipendente Joseph Lieberman, il responsabile del bilancio alla Casa Bianca, Peter Orszag, ha affermato che l'amministrazione sostiene gli emendamenti proposti, volti a imporre una politica di «non discriminazione sull'orientamento sessuale nell'esercito». Frutto di un compromesso nel 1993 tra l'allora presidente Bill Clinton, il Congresso e l'esercito, la legge chiamata «Don't ask, don't tell» impose ai militari di non confessare il loro orientamento sessuale pena l'espulsione dall'arma.
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