30 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Disastro ambientale in Lousiana

Da Mosca: contro la marea nera usate l'atomica

Nel 1966 fu fatta esplodere una carica una volta e mezza quella di Hiroshima, a sei km di profondità

MOSCA - La bomba atomica per salvare l'ambiente e ripulire il mare dal petrolio. E' il «suggerimento» russo agli americani alle prese con la marea nera nel Golfo del Messico, apparso oggi in un articolo del quotidiano Komsomolskaya Pravda, il più diffuso in tutta la Federazione e molto vicino a Vladimir Putin.

LA RUSSIA: «NOI L'ABBIAMO FATTO» - Secondo la Komsomolskaya, l'Urss avrebbe avuto in passato problemi analoghi - almeno 5 volte - e li avrebbe risolti con esplosioni nucleari controllate. Così mentre Il greggio continua a spandersi nel mare del Golfo del Messico allo spaventoso ritmo di 750 mila litri al giorno, i russi consigliano un'esplosione sotterranea che potrebbe spingere le rocce sottomarine sino a chiudere le falle dalle quali i fuoriesce il greggio. Fra tutti i tentativi messi in atto in epoca sovietica, scrive il quotidiano, solo uno non andò a segno: nel 1972. Gli altri riuscirono tutti compreso quello del 1966 a Urt Bulak, quando venne usata una carica da 30 chilotoni, una volta e mezza quella di Hiroshima. Il metodo, si avverte tuttavia, non è detto che funzioni sott'acqua: gli esperti non lo hanno ancora testato negli abissi, ma le probabilità di successo sarebbero pari all'80%.

LE ROCCE CHIUDONO LA FALLA - Secondo il quotidiano l'esplosione sotterranea farebbe in modo da spingere le rocce facendo loro chiudere la falla. Degli altri tentativi effettuati nell'ex Urss, continua l'articolo, solo uno non ha funzionato, nel 1972, mentre gli altri hanno raggiunto l'obiettivo anche con testate di 60 chilotoni. «Il metodo non è stato testato sott'acqua - insiste il quotidiano - ma secondo alcuni calcoli di esperti in Russia le probabilità di fallimento sono solo del 20%. Basterebbe scavare un pozzo vicino alla perdita, e far detonare la bomba. La Russia ha una grande tradizione nelle esplosioni sotterranee controllate - conclude l'articolo - che potrebbe essere messa a disposizione degli Usa»