18 aprile 2024
Aggiornato 13:30
«Abbiamo relazione con i Governi»

Brasile: nessun intervento a favore dei dissidenti cubani

«Prendere posizione sarebbe inadeguato e controproducente»

SAN PAOLO - Il Brasile ha escluso ieri la possibilità di intercedere presso L'Avana a favore dei dissidenti cubani. «Abbiamo relazioni con i governi, non con i dissidenti», ha dichiarato Marco Aurelio Garcia, consulente dell'esecutivo brasiliano per le questioni internazionali, in conferenza stampa a San Paolo. «Il governo brasiliano non ha relazioni con i dissidenti, né a Cuba né in altri paesi. Prendere posizione sarebbe una decisione inadeguata e controproducente», ha insistito Garcia.

I dissidenti cubani hanno chiesto martedì al presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, di intervenire presso il suo omologo Raul Castro a favore dei prigionieri politici cubani, affinché cessi lo sciopero della fame e della sete del dissidente Guillermo Farinas. Farinas, 48 anni, è stato ricoverato giovedì in gravi condizioni di salute, dopo avere iniziato lo sciopero della fame e della sete il 24 febbraio scorso allo scopo di ottenere la liberazione di 26 prigionieri politici cubani.

Farinas, che ha trascorso la notte nel reparto di terapia intensiva dell'Hospital Arnaldo Milian Castro «è in condizioni stabili, è cosciente, ma è molto debilitato», ha detto la madre, Alicia Hernandez, citata dall'edizione online del quotidiano spagnolo «El Pais». Alicia, che è infermiera, ha aggiunto che il figlio sta «ricevendo via flebo tutti i farmaci necessari per un suo recupero». «Siamo in attesa dei risultati degli esami che gli hanno fatto dopo il ricovero», ha detto ancora.

Poco prima del collasso, tre medici che erano stati a visitarlo nella sua abitazione gli avevano chiesto l'autorizzazione a trasferirlo in ambulanza in una struttura ospedaliera per sottoporlo ad un checkup. Farinas ha iniziato lo sciopero della fame dopo la morte del prigioniero politico Orlando Zapata, 42 anni, deceduto dopo un digiuno di due mesi e mezzo.