19 maggio 2024
Aggiornato 02:30
Libia-Svizzera

Le scuse Usa per i commenti su guerra santa di Gheddafi

La Libia aveva minacciato ripercussioni economiche e politiche

TRIPOLI- Come preteso da Tripoli che aveva minacciato rappresaglie, il Dipartimento di stato americano ha presentato le scuse al Capo di stato libico per i commenti ironici espressi in occasione dell'appello di Gheddafi a una guerra santa contro la Svizzera. Un diplomatico americano, inoltre, si recherà presto in Libia per consultazioni. Il portavoce del Dipartimento, P.J.Crowley, autore dei commenti offensivi, ha detto che questi non riflettono la politica americana e che non era sua intenzione offendere la Libia.

Alcun settimane fa, il colonnello libico, Muammar Gheddafi, aveva invitato i musulmani a boicottare la Svizzera: «E' contro la Svizzera miscredente e apostata che distrugge le case di Allah che la jihad deve essere proclamata con ogni mezzo», aveva dichiarato il colonnello in un discorso a Bengasi, in occasione della Festa del «Mouloud», che commemora la nascita del profeta Maometto. Crowley aveva definito il messaggio del Colonnello, «un mucchio di parole, non necessariamente di buon senso».

Sono dispiaciuto che i miei commenti siano divenuti un ostacolo al miglioramento delle relazioni bilaterali», ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di stato, Philip Crowley, aggiungendo che Jeffrey Feltman, vicesegretario si Stato per il Medio-oriente, si recherà a Tripoli. «Capisco che i miei commenti personali siano stati percepiti come un attacco personale contro il presidente», ha spiegato Crowley. «Ma questi commenti non riflettono la politica americana e non volevano essere offensivi. Porgo le mie scuse nel caso lo siano stati», ha aggiunto.

Il ministero degli Esteri libico aveva convocato la settimana scorsa l'incaricato d'affari dell'ambasciata americana a Tripoli, per presentargli le sue rimostranze. Tripoli ha preteso delle scuse da Washington - ricostruisce il quotidiano elvetico Le Temps - prevedendo «ripercussioni negative sulle relazioni economiche e politiche tra i due paesi». All'indomani la Compagnia nazionale libica del petrolio aveva avvertito le compagnie petrolifere americane di possibili «ripercussioni».