Terremoto scolvolge il Cile
Sisma di magnitudo 8.8, i morti sono 214. La Farnesina: «al momento non ci sono vittime italiane». L'esperto: «evento enorme»
SANTIAGO - La terra trema in Cile. Una scossa improvvisa, che giunge in piena notte. La sua potenza è devastante. Sono le 3.34 locali, le 7.34 in Italia, quando il sisma sconvolge la vita dei cileni. Gli effetti della sua magnitudo 8,8 Richter si vedono e si sentono: palazzi crollati e in fiamme, crateri sulle strade, ponti e case in frantumi, servizi elettrici e di telecomunicazione in tilt. E decine di vittime: sono 147 secondo l'ultimo bilancio del personale di soccorso. Ma la stima è destinata a diventare più alta e tragica: tra 150 e 180 persone sarebbero rimaste intrappolate sotto le macerie di un palazzo di 15 piani crollato a Concepcion. In questo momento «non si registrano vittime italiane», ha fatto sapere invece il capo dell'Unità di crisi della Farnesina, Fabrizio Romano.
ALLARME TSUNAMI - Sono momenti di grande preoccupazione quelli che si vivono in Cile. E non solo. Il terremoto ha innescato un allarme tsunami in molti paesi del Pacifico, in Australia e in Giappone. Persino in California. Ma sono le Hawai a temere di più. Un allarme tsunami è stato lanciato nell'arcipelago americano già nel pomeriggio. Lo tsunami «potrebbe provocare danni lungo le coste di tutte le isole dello stato di Hawai», ha informato il Centro di allarme tsunami per il Pacifico, precisando che saranno prese «misure d'urgenza» per proteggere la popolazione e gli edifici.
SANTIAGO E CONCEPCION - Mentre lo tsunami minaccia i paradisi della natura e del turismo mondiale, a Conception, una delle città cilene più vicine all'epicentro del sisma e uan delle più colpite, sono numerosi gli edifici crollati, le strade sprofondate, anche di tre metri, e gli incendi. Non ci sono acqua e i collegamenti telefonici sono saltati. Un centinaio di persone si trova intrappolato tra le macerie di un edificio di 14 piani crollato nel centro della città. Scenari danteschi in tutta la regione di Maule, la più colpita dal terremoto: molti ospedali rasi sono stati al suolo e numerosi pazienti sono ancora sotto le macerie. A Santiago, a causa del sisma, sono crollati ponti ed edifici, ci sono difficoltà nei collegamenti telefonici, l'aeroporto è stato chiuso per i gravi danni arrecati dal sisma.
«E' un duro colpo per la società cilena», ha detto il presidente eletto del Cile Sebastian Pinera. La maggior parte delle vittime si registra nelle regioni «di O'Higgins, Maule e Bio Bio», ha confermato. Il presidente eletto ha promesso «totale aiuto» e «impegno» tra la squadra del futuro governo e l'attuale governo della presidente Michelle Bachelet (che ha sorvolato le aree colpite dal sisma), spiegando che chiederà ai ministri uscenti di continuare a lavorare dopo l'11 marzo (data di insediamento del nuovo governo): «Il Cile deve unirsi, per aiutare le vittime, i familiari, per recuperare e costruire ciò che andato distrutto», ha auspicato.
GLI ITALIANI - La Farnesina continua a verificare la situazione dei numerosi italiani presenti nel paese. Il ministero degli Esteri «sta cercando di completare il quadro della situazione dei nostri connazionali», ha detto Fabrizio Romano. In tutto il Cile si trovano in questo momento circa «50.000 italiani, 500 solo a Concepcion» e «la difficoltà dei contatti telefonici» rende complicato «esprimersi sulla loro sorte», ha precisato Romano.
L'ESPERTO: «EVENTO ENORME» - Il sisma di magnitudo 8.8 che ha colpito questa note il Cile è 30mila volte più forte in termini di energia liberata di quello che colpì il 6 aprile del 2009 l'Aquila, con una di magnitudo 5.8. Lo spiega Enzo Boschi,il presidente dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
La zona colpita oggi dal terremoto - spiega Boschi - è una zona storicamente sismica: poco più a sud a Valdivia si verificò nel maggio del 1960 il terremoto più più forte mai registrato al mondo, di magnitudo 9.5. Quello di stanotte è comunque il terremoto più forte dopo quello di Sumatra del 2004 di magnitudo 9.3 registrato negli ultimi anni. Il fatto che a 325 chilometri a sudovest, nella capitale Santiago siano crollati edifici non deve stupire: «Trecento chilometri non sono tanti per una sollecitazione come questa, per un terremoto di questa entità, ovvero 30mila volte più forte in termini di energia liberata di quello che ha colpito l'Aquila. E' fondamentale come e dove sono costruiti gli edifici», sottolinea il presidente dell'Ingv.
Quelle dove si è verificato il sisma - prosegue Boschi - sono zone di subduzione nella dinamica della tettonica a placche: una parte della crosta in questo caso quella che ha sopra l'oceano si inserisce sotto la crosta dell'America del Sud e crea uno scontro continuo. Così si creano le Ande come un corrugamento causato da questo spingimento di placche e la fossa oceanica che si trova in prossimità della costa sudamericana. E a questo sono associati l'attività vulcanica e i terremoti. In genere i terremoti si verificano ad una profondità focale notevole intorno ai 60-70 chilometri - in questo caso infatti a 59 chilometri di profondità al largo di Maule - e questo riduce la capacità distruttiva dei terremoti. «Il terremoto più devastante è quello che si genera sotto i centri abitati, ma ciò che rende devastante un terremoto è come e dove sono costruiti gli edifici», ribadisce.