8 maggio 2024
Aggiornato 16:00
«Massimo rigore» contro saccheggi e violenze

Ora il governo cileno teme il «terremoto sociale»

In arrivo i primi aiuti internazionali. Aumentano le accuse per il mancato allarme per l’ondata seguita al sisma

SANTIAGO - Dopo il «terremoto fisico», il «terremoto sociale»: le immagini delle violenze e i saccheggi a Concepcion, seconda città del Paese e una delle più colpite dal sisma, hanno accaparrato l'attenzione dei media cileni ma anche quella del governo di Santiago, peraltro criticato per la lentezza nell'arrivo degli aiuti.

«Tranquillità e sicurezza per i cittadini»: questa la priorità del governo, come ha assicurato la presidente Michelle Bachelet in una breve conferenza stampa; il capo di Stato ha definito «intollerabili» le azioni di «piccoli gruppi che causano gravi danni a tutta la comunità», così come è «intollerabile che i cittadini siano costretti a formare dei comitati di autodifesa per la loro sicurezza»: «La legge verrà applicata con tutto il rigore necessario», ha concluso, ricordando come il governo abbai dispiegato 14mila effettivi per garantire la sicurezza e la distribuzione degli aiuti.

Ponte aereo - Bachelet ha sottolineato come mai nella storia del Paese si fosse verificato un terremoto di tale estensione, e ha ribadito che gli aiuti stiano arrivando anche nelle zone più isolate: è in funzione un ponte aereo costituito da 50 apparecchi dell'aeronautica militare e entro oggi dovrebbero essere attivati tutti gli ospedali da campo necessari. Mentre inizia a muoversi anche la macchina degli aiuti internazionali, Sta di fatto che la situazione in alcune delle zone colpite rimane caotica, con la persistente mancanza di acqua ed elettricità - parziale giustificazione dei saccheggi dei supermercati e delle farmacie.

Ieri il bilancio ufficiale delle vittime è stato aggiornato a 723 morti, circa 500 feriti e ancora 19 dispersi. Quest'ultimo numero è considerato assurdamente basso, rispetto alle richieste che via etere o twitter per sapere notizie di parenti o amici. Il governo ha finalmente chiesto aiuti umanitari e un primo simbolico invio arriverà dagli Usa, insieme a Hillary Clinton che si trova in Uruguay: apparecchi per telecomunicazioni. Altri aiuti da Brasile e Argentina. Resta questo—come dicevamo nei giorni scorsi — un terremoto anomalo, dove si è avuto un numero di vittime relativamente basso rispetto alla forza delle scosse, ma un’enorme distruzione di infrastrutture. Come l’aeroporto di Santiago (che però oggi dovrebbe essere parzialmente riaperto).

Hillary Clinton è atterrata all'aeroporto di Santiago del Cile per una visita di poche ore nel paese devastato dal terremoto di venerdì scorso. Il segretario di Stato ha incontrato le massime autorità cilene, tra cui il presidente Michelle Bachelet e il presidente eletto Sebastian Pinera. Con la delegazione di Clinton, sono arrivati i primi aiuti statunitensi: attrezzature per le comunicazioni, come telefoni satellitari e altri strumenti. «Abbiamo portato dei telefoni satellitari», ha detto Clinton stringendo la mano al presidente Michelle Bachelet, la prima donna ad occupare questa carica nella storia cilena. «Erano alcune cose che potevamo portare immediatamente con gli aerei». Il segretario di stato ha comunque promesso che gli Stati Uniti stanno inviando altri aiuti. Il Cile, per esempio, ha chiesto delle attrezzatura mediche (un ospedale da campo) e strumenti per purificare l'acqua.