Italians for Darfur: bene la firma dell'accordo
Napoli: «Nella regione di Jebel Marra scontri a fuoco e vittime»
ROMA - Il recente accordo per un cessate il fuoco firmato a Doha tra governo sudanese e Jem, uno dei movimenti ribelli che si contrappongono a Khartoum, «riaccende le speranze» per un futuro di pace nel Darfur e in tutto il Sudan. Lo ha affermato Antonella Napoli, presidente di «Italians for Darfur» nel corso del Rapporto 2009-2010 sul Darfur, presentato oggi al Senato. «Abbiamo accolto con grande entusiasmo l'annuncio dell'accordo» ha spiegato Napoli, «e la liberazione di 50 ribelli che erano stati condannati a morte dal tribunale sudanese rappresenta un presupposto affinché questo accordo venga mantenuto».
Tuttavia, ha ricordato la presidente dell'associazione, «va ricordato che non tutte le fazioni ribelli lo hanno sottoscritto». Il Sudan liberation army, per esempio, non ha neanche partecipato ai colloqui di Doha. E proprio in queste ore il cessate il fuoco, appena siglato, è stato violato, come denunciato dal gruppo umanitario francese 'Medicins du Monde', costretto a sospendere le attività nella regione di Jebel Marra. Anche «gli stessi ribelli dello Sla hanno annunciato di aver risposto al fuoco delle forze armate di Khartoum che hanno lanciato un attacco sostenuto da elicotteri e aerei Antonov», ha precisato Napoli.
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