10 settembre 2024
Aggiornato 05:00
Ma i miliziani promettono: continueremo a lottare

Darfur, ribelli sconfitti?

Armate di lanciarazzi, decine di jeep sequestrate ai ribelli sono state esibite oggi dall'esercito sudanese a Nyala, capitale del Darfur del Sud, a dimostrazione della vittoria decisiva riportata sui rivoltosi a 12 anni dall'inizio del conflitto nella regione occidentale del Sudan.

NYALA (askanews) - Armate di lanciarazzi, decine di jeep sequestrate ai ribelli sono state esibite oggi dall'esercito sudanese a Nyala, capitale del Darfur del Sud, a dimostrazione della «vittoria decisiva» riportata sui rivoltosi a 12 anni dall'inizio del conflitto nella regione occidentale del Sudan. «E' stata una battaglia che non si può descrivere, una vittoria decisiva», ha detto il maggiore Nimr Khalifa Abdel Hafiz, ufficiale della forza governativa «Rapid Support Forces» (Rsf), che ha partecipato allo scontro avvenuto il 26 aprile scorso a sud di Nyala.

Crimini di guerra e contro l'umanità
Le Rsf sono di fatto composte da ex miliziani Janjaweed (diavoli a cavallo), accusati di crimini di guerra e contro l'umanità commessi in Darfur nel 2004-2005. Secondo Human Rights Watch, i miliziani sono responsabili di numerosi attacchi contro villaggi del Darfur del Nord e Darfur del Sud, accusati di sostenere i ribelli. «Hanno bruciato case e negozi, saccheggiato bestiame, ucciso e derubato civili, e costretto decine di migliaia di persone a fuggire e a cercare riparo nei campi sfollati», ha riferito l'organizzazione per i diritti umani.

Perdita di molti combattenti tra i ribelli
Interpellato dalla France presse, il portavoce dei ribelli del Jem (Justice and Equality Movemen), Jibril Bilal, ha ammesso la perdita di «molti combattenti» e «tra 40 e 50 veicoli», ma poi ha aggiunto: «Non smetteremo mai di combattere questi criminali fino a quando loro continueranno a combattere contro la nostra gente in Darfur». Secondo Khartoum, i ribelli del Jem avrebbero le loro basi nel Sud Sudan, tanto da minacciare, il mese scorso, di dargli la caccia oltreconfine. 

Guerra iniziata nel 2003
La guerra in Darfur è iniziata nel 2003 per denunciare la marginalizzazione economica e politica della popolazione locale da parte del governo arabo di Khartoum. Da allora il conflitto ha causato almeno 300.000 morti e ha costretto 2,5 milioni di persone ad abbandonare le proprie case. Nonostante diversi tentativi di raggiungere un accordo di pace e la presenza di una missione di pace congiunta Onu-Unione africana (Unamid) dal 2007, nella regione sudanese «la violenza continua senza sosta», stando a quanto denunciato il 22 aprile scorso dall'International Crisi group.

450.000 sfollati
«Circa 450.000 persone sono state sfollate nel 2014 e altre 100.000 nel solo mese di gennaio del 2015, che si vanno ad aggiungere ai circa due milioni di sfollati interni dall'inizio del conflitto», ha precisato l'organizzazione, puntando il dito anche contro Unamid per non essere riuscita a «intervenire e a proteggere i civili». Secondo l'International Crisis Group, la decisione di Khartoum di fare affidamento «su una strategia di controguerriglia incentrata sul ricorso ai miliziani è sempre più controproducente, non ultimo perchè alimenta e diffonde la violenza».