18 aprile 2024
Aggiornato 17:30
La denuncia del governo di Khartoum

Darfur, missione di pace colpevole di aver ucciso sette civili?

Dura presa di posizione del governo di Khartoum contro la missione di pace congiunta dell'Onu e dell'Unione africana (Unamid), accusata di aver ucciso nei giorni scorsi sette civili nella regione occidentale del Darfur, contestando la versione dei fatti secondo cui i caschi blu hanno respinto due attacchi messi a segno da uomini armati.

KHARTOUM (askanews) - Dura presa di posizione del governo di Khartoum contro la missione di pace congiunta dell'Onu e dell'Unione africana (Unamid), accusata di aver ucciso nei giorni scorsi sette civili nella regione occidentale del Darfur, contestando la versione dei fatti secondo cui i caschi blu hanno respinto due attacchi messi a segno da uomini armati, uccidendo quattro persone.

Crescente tensione nel Paese
Si tratta solo dell'ultimo scontro tra Unamid e Khartoum, a fronte delle crescenti tensioni registrate dallo scorso novembre, quando i caschi blu cercarono di indagare sullo stupro di massa commesso in un villaggio del Darfur dalle forze del governo sudanese. Il Sudan ha chiesto all'Unamid di lasciare il Paese e a metà maggio, con Omar al Bashir riconfermato presidente con oltre il 90% dei consensi, dovrebbero riprendere i colloqui sul ritiro della missione.

La violenza continua senza sosta
La missione Unamid è presente nel Darfur dal 2007, quattro anni dopo l'inizio del conflitto nella regione sudanese, dove «la violenza continua senza sosta», stando a quanto denunciato il 22 aprile scorso dall'International Crisi group. «Circa 450.000 persone sono state sfollate nel 2014 e altre 100.000 nel solo mese di gennaio del 2015, che si vanno ad aggiungere ai circa due milioni di sfollati interni dall'inizio del conflitto», ha precisato l'organizzazione, puntando il dito anche contro Unamid per non essere riuscita a «intervenire e a proteggere i civili»

La versione dell'Unamid
Secondo la versione dell'Unamid, giovedì scorso 40 uomini armati hanno aperto il fuoco contro una loro pattuglia nella zona di Kass, nel Sud Darfur, innescando la risposta dei caschi blu che hanno ucciso quattro aggressori; una seconda pattuglia è stata attaccata il giorno successivo senza causare vittime.

La versione del governo
Per il ministero degli Esteri di Khartoum, invece, i peacekeeper hanno aperto il fuoco contro cinque uomini che stavano cercando il loro «bestiame rubato» nella stessa zona dove i caschi blu stavano dando la caccia a un gruppo di persone che aveva rubato un loro veicolo. Secondo Khartoum, i peacekeeper avrebbero poi aperto il fuoco sugli abitanti della zona che protestavano per quanto accaduto, uccidendo altre due persone in due giorni. Nella nota, il ministero ha chiesto alle Nazioni Unite di «obbligare la propria missione a rispettare le regole di condotta e le leggi e le norme stabilite per la sua presenza in Sudan», perchè «se l'Onu non farà quanto richiesto, il governo del Sudan adotterà quello che riterrà opportuno per proteggere la vita e i diritti dei propri cittadini». Unamid non ha commentato le dichiarazioni del governo, ma sabato scorso aveva criticato la versione dei fatti riportata dai media sudanesi, secondo cui sarebbero stati i caschi blu a innescare gli incidenti: «In entrambi i casi, le truppe dell'Unamid hanno risposto al fuoco e non hanno iniziato alcuna sparatoria; hanno agito solo per proteggersi».

L'Onu è sempre più diviso sul Sudan
Nel proprio rapporto l'International Crisis Group ha denunciato come il Consiglio di sicurezza dell'Onu, «sempre più diviso sul Sudan», non sia stato in grado di di definire una nuova strategia di pace per il Darfur, a fronte dell'intensificarsi degli scontri registrato lo scorso anno, sostenendo di fatto "l'insostenibile status quo", con la missione Unamid addirittura diventata "troppo deferente verso Khartoum", tanto da presentare una situazione in miglioramento "distante dalla realtà".