18 marzo 2025
Aggiornato 07:30
Teheran avvia l'arricchimento al 20%

Iran, all'Onu divisi sulle sanzioni

Pechino frena: «Servono altri negoziati». I dirigenti iraniani hanno affermato che «la porta rimane aperta» per uno scambio di uranio

NEW YORK - Oggi, l'Iran ha lanciato il processo di arricchimento dell'uranio al 20% nel suo sito nucleare di Natanz: una mossa annunciata che ha scatenato nuovi contrasti nella comunità internazionale e in particolare fra i paesi che fanno parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il segretario di Stato Usa, Robert Gates, ha chiesto che le sanzioni Onu contro l'Iran, per il suo programma nucleare, siano imposte «entro qualche settimana, non mesi».

Una nuova proposta di sanzioni potrebbe essere presentata al Consiglio di Sicurezza entro la fine di febbraio. Ma a frenare le iniziative degli occidentali c'è la Cina, contraria a nuove sanzioni contro l'Iran: Pechino «auspica che le parti in causa aumentino gli sforzi in direzione dei negoziati». La Cina è membro permanente del Consiglio di Sicurezza e potrebbe dunque esercitare il proprio diritto di veto. Per la Russia, altro membro permanente, è «importante prevenire» una guerra contro l'Iran. Lo ha detto Nikolai Patrushev, segretario del Consiglio di sicurezza russo ed ex direttore dei servizi segreti, secondo cui «La probabilità di una guerra su vasta scala va scemando, ma i conflitti regionali restano, e la possibilità che si voglia risolverli con metodi militari esiste».

Il lancio del processo di arricchimento dell'uranio al 20% era stato annunciato domenica dai dirigenti iraniani e notificato ieri all'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica. Questa decisione è stata presa, secondo Teheran, a causa del blocco dei negoziati con il Gruppo 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania) sulla fornitura all'Iran del combustibile arricchito al 20% di cui dice di avere bisogno per un reattore di ricerca medica a Teheran.

I dirigenti iraniani tuttavia hanno affermato che «la porta rimane aperta» per uno scambio di uranio con le grandi potenze occidentali. Ma ieri l'Iran ha lanciato un'altra minaccia: il capo religioso iraniano, l'ayatollah Ali Khamenei ha dichiarato che Teheran assesterà un «pugno in bocca» a Stati Uniti, Gran Bretagna e Israele se l'opposizione scenderà in piazza il prossimo 11 febbraio per il 31esimo anniversario della Rivoluzione islamica.