28 agosto 2025
Aggiornato 10:00
Esteri. Stati Uniti

Legge sui militari gay: è il momento della riforma negli USA

Editoriale del New York Times: ma dev'essere solo un primo passo contro la discriminazione

NEW YORK - Il Consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense James Jones aveva assicurato lo scorso mese di ottobre che l'Amministrazione Obama avrebbe affrontato la questione della politica delle forze armate nei confronti dei militari omosessuali «al momento opportuno»: momento atteso per 16 anni dalla comunità omosessuale americana e che sembra finalmente arrivato, come ha annunciato lo stesso Obama nel recente discorso dello stato dell'Unione.

L'editoriale del New York Times sottolinea che la legge attuale è «crudele e senza senso», e tutto quel che occorre per una rapida riforma è semplicemente la volontà politica del Congresso, quando anche i militari si sono convinti della sua inutilità: vi sono già due progetti di legge riguardanti le forze armate in attesa di esser discussi in Parlamento, ed entrambi potrebbero essere utilizzati come piattaforma per l'abrogazione delle regole vigenti.

Tuttavia si tratta solo si un primo passo, come conclude l'editoriale: rimane ancora molto da fare, come il riconoscimento dei matrimoni omosessuali a livello nazionale e l'approvazione di una legge federale che protegga gli omosessuali dalla discriminazione sul posto di lavoro Nel corso della campagna elettorale Obama aveva promesso di voler riformare la legge del 1993 in base alla quale la politica ufficiale delle forze armate statunitensi nei confronti degli omosessuali rimane il «Don't ask, don't tell» - «Io non chiedo, tu non dici» - permettendo così agli omosessuali dichiarati di indossare l'uniforme in cambio però del loro silenzio: in caso contrario, è previsto infatti il congedo.

Obama vuole infatti che la legge sia approvata dal Congresso: dopo il fiasco di Bill Clinton del 1993, viene infatti esclusa qualsiasi ipotesi di utilizzo dell'executive order presidenziale, che alienò alla Casa Bianca i vertici del Pentagono spingendo il Congresso ad approvare la legge attuale, che esclude appunto gli omosessuali dichiarati. I tempi sembrano tuttavia essere cambiati: se all'epoca solo il 45% degli americani si dichiarava favorevole ai gay nelle forze armate, oggi la percentuale è salita al 75% e 104 ex generali ed ammiragli si sono pubblicamente espressi a favore di una revoca del «Don't ask, don't tell».

La riforma tuttavia non sarà ottenuta in tempi brevi: il Pentagono avverrà a breve una commissione incaricata di identificare la maniera migliore di abrogare la legge vigente senza danneggiare morale od operatività delle truppe, compito che potrebbe richiedere gran parte del 2010.