Gran Muftì d'Egitto: il no ai minareti è un'offesa all'Islam
Per la Tv al Arabiya la decisione avrà contraccolpi su turismo e export elevetico
IL CAIRO - Come prevedibile arrivano le prime condanne dal mondo islamico al divieto di costruzione di nuovi minareti in Svizzera. Oltre agli scontati insulti sui siti fondamentalisti islamici, stamane, è arrivata la netta condanna del Gran Muftì D'Egitto, lo Sheikh Ali Juma'a, citato dalla tv satellitare saudita, al Arabiya. Emittente televisiva che a sua volta parla di «contraccolpi negativi sul turismo e sull'esportazione verso i paesi musulmani», della confederazione elvetica.
PERICOLOSO PRECEDENTE - In una dichiarazione rilasciata all'agenzia di stampa egiziana ufficiale, «Mena», l'autorevole religioso ha definito il voto svizzero, «un attacco non solo alla libertà di culto, ma è anche un tentativo di offendere i sentimenti della società musulmana sia all'interno della Svizzera che all'estero». Per Jum'a, si tratterebbe di «un pericoloso precedente che potrebbe aumentare i sentimenti d'odio e di discriminazione contro i musulmani» ai quali «è stato negato quello che è permesso a tutte le altre religioni».
Ieri gli svizzeri hanno approvato con ampia maggioranza, il 57,7% , un'iniziativa popolare in favore del divieto di costruzione di nuove moschee.