2 maggio 2024
Aggiornato 16:00
Il successo è «a portata di mano»

Ban Ki Moon: accordo possibile sul clima a Copenaghen

Rasmussen: «Già confermati 87 leader mondiali, fra cui Obama, Sarkozy, Lula, Merkel e Gordon Brown»

PORT OF SPAIN - Il successo di Copenaghen è «a portata di mano». Parola del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon che ieri è intervenuto assieme ad altri leader mondiali a un incontro sui cambiamenti climatici fra i paesi del Commonwealth a Port of Spain (Trinidad e Tobago), sostenendo che un accordo preliminare a un trattato legalmente vincolante è ancora possibile in vista della conferenza dell'Onu sul clima, in programma dal 7 al 18 dicembre.

«Non dobbiamo fallire. Il successo a Copenaghen è a portata di mano dobbiamo approfittare di questo momento per arrivare a un accordo» ha detto il diplomatico sudcoreano, davanti alla platea dov'erano seduti, fra gli altri, il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico Gordon Brown, che hanno suggerito di stanziare fino a 10 miliardi di dollari l'anno (6,6 miliardi di euro) per aiutare in modo concreto i paesi in via di sviluppo nella lotta alle emissioni di gas serra.

TRATTATO VINCOLANTE - Ban si è detto persuaso che i negoziati permetteranno di raggiungere una dichiarazione forte sulla necessità di fissare obiettivi sul taglio delle emissioni, ma ha avvertito che solo i capi di Stato e di governo possono prendere le decisioni necessarie perché i loro paesi si impegnino in questa direzione. A Copenaghen, ha aggiunto il numero uno dell'Onu, «l'obiettivo comune dev'essere quello di arrivare a gettare le basi per un trattato legalmente vincolante sui mutamenti climatici da adottare al più presto possibile nel corso del 2010».

«Sono fiducioso e ottimista, ogni settimana registriamo promesse e impegni da parte di paesi industrializzati, di paesi emergenti e di paesi in via di sviluppo, penso che un accordo sia a portata di mano» ha proseguito Ban. Al vertice del Commonwealth è stato invitato anche il premier danese Lars Loekke Rasmussen in qualità di capo del governo del paese che ospita la conferenza del mese prossimo.

87 CAPI DI STATO - Rasmussen ha riferito che sono già 87 i capi di stato e di governo che hanno assicurato la loro presenza, tra cui il presidente americano Barack Obama, quello francese Sarkozy, quello brasiliano Ignacio Lula da Silva, oltre alla cancelliera tedesca Angela Merkel, al premier britannico Gordon Brown e ai primi ministri di Giappone e Australia, Yukio Hatoyama e Kevin Rudd.

«Questa partecipazione è di per sé incoraggiante» ha osservato Rasmussen, «auspico realmente che si arrivi a un accordo e penso che sia realistico. Abbiamo bisogno di un forte impegno da parte dei paesi industrializzato in materia di riduzione delle emissioni» ha spiegato, aggiungendo che allo stesso tempo i paesi in via di sviluppo dovranno fare degli sforzi per definire un modello di crescita meno nocivo per l'ambiente. «Abbiamo visto la proposta della Cina - ha detto ancora il premier danese - sono abbastanza convinto che l'India andrà nella stessa direzione. E poi avremo bisogno di soldi sul piatto».

Mentre sembra ormai definitivamente tramontata l'ipotesi che venga finalizzato un trattato sui mutamenti climatici destinato a sostituire il protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012), gli analisti concordano nel ritenere realistica la prospettiva di un'intesa di massima che rappresenti la base per un accordo legalmente vincolante.