19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Esteri. Missione ISAF

Ambasciatore Terzi: Italia alleato «determinato» degli Usa in Afghanistan

Al Washington Times: «Ma non chiamatela guerra, è peacekeeping»

ROMA - L'Italia resta in Afghanistan al fianco degli Usa, «con determinazione». Lo assicura l'ambasciatore italiano a Washington, Giulio Terzi di Sant'Agata in un'intervista al Washington Times all'indomani della cerimonia d'inaugurazione del secondo mandato di Karzai. Terzi ricorda che l'Italia ha fatto cadere tutti i caveat che ne limitavano il coinvolgimento militare, e considera l'Afghanistan una componente-chiave della politica estera.

«Siamo determinati a restarci - spiega il diplomatico - l'Afghanistan potrebbe diventare di nuovo il nido di iniziative terroristiche». Secondo Terzi, il coinvolgimento dell'Occidente in Afghanistan dovrebbe essere definito «peacekeeping» invece di guerra, per via del mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. «Non è una guerra nella sua accezione tipica - osserva - in termini di diritto internazionale non c'è stata una dichiarazione di guerra». Anche se, ammette poi, «ha molte caratteristiche di una guerra, una guerra asimettrica».

Il quotidiano di Washington sottolinea che l'Italia è il quarto contributore di truppe alla missione Isaf-Nato con un contingente di circa 2.795 uomini, e intende «impegnare un nuovo contingente di 200 carabinieri per contribuire all'addestramento della polizia e dell'esercito nazionale afgano».

Poi cita Terzi sull'Iran. «L'apertura di un dialogo diplomatico da parte del presidente Obama e il '5+1' devono restare in piedi - sostiene l'ambasciatore italiano - ma bisogna prendere in considerazione anche misure più drastiche. L'Occidente - aggiunge - non accetterà un'arma nucleare iraniana».

Quanto alla recente sentenza del tribunale di Milano, che ha condannato 23 agenti della Cia per il rapimento dell'imam Abu Omar, Terzi precisa che l'Italia si limita a rispettare la legge. «La legge dev'essere applicata - afferma - e questa è una responsabilità dei giudici».