26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Società e Religione

«Osservatore romano» contro Kueng su anglicani: «Falsità»

Dall'ex collega di Ratzinger «toni che rasentano la comicità»

CITTÀ DEL VATICANO - L'Osservatore romano replica al teologo Hans Kueng, che in un articolo pubblicato, tra gli altri, da Repubblica, critica aspramente il Papa per la decisione di accogliere nella Chiesa cattolica i tradizionalisti anglicani.

«Ancora una volta una decisione di Benedetto XVI torna a essere dipinta con tinte forti, precostituite e soprattutto lontanissime dalla realtà», afferma il direttore del quotidiano della Santa Sede in un editoriale di prima pagina intitolato «Lontano dalla realtà». «A farlo è purtroppo, di nuovo, Hans Kueng, il teologo svizzero suo antico collega e amico, che lo stesso Papa nel 2005, solo cinque mesi dopo la sua elezione, volle incontrare, in amicizia, per discutere delle comuni basi etiche delle religioni e del rapporto tra ragione e fede. E questo - sottolinea Gian Maria Vian - benché nel 1979, agli inizi del pontificato di Giovanni Paolo II, Kueng fosse stato sanzionato per alcune sue posizioni dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (allora guidata dal cardinale croato Franjo ?eper) che, al termine d'un procedimento iniziato negli ultimi anni di Paolo vi, dichiarò di non poterlo considerare un teologo cattolico».

«Da allora - prosegue il direttore del foglio vaticano - più volte, Kueng, infallibilmente ripreso da influenti media, è tornato a criticare, con asprezza e senza fondamento, Benedetto XVI. Come fa adesso - rilanciato con clamore in Inghilterra da 'The Guardian' e in Italia da 'la Repubblica', che certo non resteranno le uniche testate nel mondo a pubblicare il suo articolo - a proposito dell'annuncio, davvero storico, da parte della Santa Sede della prossima costituzione di strutture canoniche che permetteranno l'entrata nella comunione con la Chiesa cattolica di molti anglicani. Un gesto che è volto a ricostituire l'unità voluta da Cristo e riconosce il lungo e faticoso cammino ecumenico compiuto in questo senso, ma che viene distorto e rappresentato enfaticamente come se si trattasse di un'astuta operazione di potere da leggersi in chiave politica, naturalmente di estrema destra».