26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Dossier «nucleare iraniano»

Obama denuncerà sito nucleare iraniamo segreto: aprirlo a ispezioni

Lo farà con Sarkozy e Brown prima dell'apertura del G20. Il sito in questione dovrebbe trovarsi a circa 150 chilometri a sud ovest di Teheran

PITTSBURGH -  - Il presidente Usa Barack Obama, il premier britannico Gordon Brown e il presidente francese Nicolas Sarkozy accuseranno oggi l'Iran di aver costruito un impianto sotterraneo segreto per la produzione di combustibile nucleare, tenendolo nascosto per anni agli ispettori internazionali. Lo scrive il sito web del New York Times, che cita fonti dell'amministrazione americana.

Obama, Sarkozy e Brown, riuniti oggi a Pittsburg per il G20, prima dell'apertura dei lavori del summit chiederanno all'Iran di aprire immediatamente l'impianto agli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'agenzia atomica. Il sito in questione dovrebbe trovarsi a circa 150 chilometri a sud ovest di Teheran.

Le fonti Usa hanno detto che da anni i servizi di intelligence stavano cercando di localizzare l'impianto, e che il presidente Obama ha deciso di denunciarne pubblicamente l'esistenza dopo che Teheran si è accorta, nelle ultime settimane, che ormai non si trattava più di un segreto.

Tra l'altro anche fonti diplomatiche vicine all'Aiea hanno riferito oggi che l'Iran ha inviato lunedì una lettera al capo dell'Aiea, Mohamed ElBaradei, nella quale si svela l'esistenza dell'impianto segreto.

Il primo ottobre a Ginevra riprenderanno i colloqui sul dossier nucleare iraniano tra Teheran e i Paesi del gruppo del '5+1' (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'Onu più la Germania), che ha questo punto potranno essere condizionati da questo nuovo elemento. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha detto chiaramente che se non ci saranno progressi verranno adottate nuove sanzioni più dure. Anche la Russia ha mostrato negli ultimi giorni un atteggiamento più fermo, mentre i Paesi del G8 hanno detto di essere disponibili a portare avanti i colloqui fino alla fine dell'anno, in attesa di una risposta costruttiva da parte di Teheran. In caso contrario sarà inevitabile un inasprimento delle sanzioni.