18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
A New York vertice a tre con Obama, Netanyahu e Abu Mazen

Medio Oriente: tutti d'accordo su ripresa negoziati di Pace

Obama: «Fare di più». Netanyahu: «Importante tornare al tavolo insieme per cambiare il futuro». Abu Mazen: «Nostra posizione resta invariata»

NEW YORK - Con una stretta di mano fra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese Abu Mazen, si è aperto a New York il summit a tre sul Medio Oriente sponsorizzato e presieduto da Barack Obama. Dal presidente americano è arrivato un appello ai leader mediorientali a fare di più per favorire la ripresa dei negoziati di pace.

Obama ha esordito esprimendo l’urgenza che le trattative «su uno status definitivo devono cominciare, e devono cominciare subito» e ribadendo per l’ennesima volta che che «gli Stati Uniti sono impegnati per una pace in Medio Oriente che sia giusta, duratura e ampia, che porti a due Stati che vivono uno al fianco dell’altro, la Palestina e Israele».

Netanyahu: «Tutti d'accordo su rapida ripresa negoziati» - Israeliani e palestinesi sono d'accordo sulla necessità di rilanciare il prima possibile e «senza precondizioni» i negoziati per la pace in Medio Oriente. Lo ha riferito il premier israeliano Benjamin Netanyahu, citato dall'edizione online di Haaretz.

«C'è stato un accordo generale, anche da parte palestinese, sul fatto che il processo di pace debba riprendere quanto prima e senza precondizioni» ha dichiarato Netanyahu. Obama aveva dato inizio al colloquio sollecitando una stretta di mano fra i due leader mediorientali. Quello di oggi al Waldorf Astoria - alla vigilia dell'apertura dell'Assemblea Generale dell'Onu - è stato l'incontro fra israeliani e palestinesi di più alto livello da quando Netanyahu ha assunto l'incarico a fine marzo.

«L'importanza del colloquio è stata proprio nel suo svolgimento - ha osservato il primo ministro israeliano - e in questo caso non è un luogo comune perché non ci sono stati contatti per sei mesi». «Questo incontro - ha aggiunto - ha riportato insieme persone che avevano lavorato fianco a fianco per anni, e che hanno una reale capacità di cambiare volto al futuro».

Abu Mazen: «Dopo New York nostra posizione resta invariata» - Niente sconti a Israele sul blocco degli insediamenti nei territori, «inclusa la crescita naturale», e ripresa dei negoziati condizionata a un ritiro lungo le frontiere del 1967: è la linea di cautela scelta dal presidente dell'Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmoud Abbas), al termine del summit.

«La nostra posizione prima e dopo questo summit resta la stessa» ha detto Abu Mazen al termine dell'incontro, «abbiamo insistito sulla necessità che Israele rispetti i suoi impegni, in particolare il blocco della colonizzazione in tutte le sue forme, inclusa la crescita naturale». «La ripresa dei negoziati - ha proseguito - dipende fra l'altro dalla definizione di basi chiare per questo processo. Queste basi devono essere un riconoscimento (da parte di Israele, ndr) che il ritiro si deve fare secondo le frontiere del 4 giugno del 1967», prima della conquista dei territori palestinesi.

Il presidente palestinese ha sostenuto che la questione dei confini era stata oggetto di un accordo con il governo precedente di Ehud Olmert, e che i territori occupati erano stati definiti come «la Cisgiordania e la striscia di Gaza, il che comprende Gerusalemme, il Mar Morto e la Valle del Giordano».