19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Domani le elezioni presidenziali e provinciali in Afghanistan

Gov. Herat: «Con italiani è mancato coordinamento»

«Isaf doveva bonificare i seggi 10 giorni fa, ma non è avvenuto»

HERAT - I soldati italiani hanno lavorato bene nella provincia occidentale di Herat, ma sarebbe servito più coordinamento per garantire maggiori condizioni di sicurezza per le elezioni presidenziali e provinciali in programma domani nel Paese. E' quanto sostiene il governatore della provincia di Herat, Ahmed Yusuf Nuristani, in un colloquio con Il Corriere della Sera.

«Si sono mossi tardi» - «Mancanza di coordinamento, peccato, un vero peccato. Con gli italiani c'è stata mancanza di coordinamento», dice Nuristani, aprendo le braccia. «Un paio di settimane fa ci eravamo accordati perchè le truppe Isaf nella nostra regione si recassero a bonificare tutti i seggi contro la presenza della guerriglia talebana a partire da almeno 10 giorni dal voto. Ma questo non è avvenuto. Si sono mossi tardi - denuncia il governatore - solo negli ultimi tre o quattro giorni abbiamo visto una consistente attività militare nelle zone più difficili, non ultima quella di Ghozare, qui alla periferia meridionale di Herat, e poi nei settori caldi di Farah. Ma hanno fatto poco a Shindand, Kusikir Kiona e altre località controllate dai talebani. Non capisco come sia potuto avvenire. Il fatto è che ne va di mezzo il processo elettorale».

Voto a rischio nelle zone rurali - Nuristani ricorda quindi che «quattro anni fa Herat era la regione più calma del Paese. Poi sono cresciuti terrorismo e criminalità. Negli ultimi mesi, grazie alle nostre forze di sicurezza e agli italiani, la situazione era sembrata tornare sotto controllo. Ma da metà luglio ha ripreso a deteriorarsi e il voto è a rischio, almeno nelle zone rurali».

Tramite un portavoce, il generale Rosario Castellano, comandante delle truppe Nato-Isaf nell'intera regione occidentale, replica a Nuristani sottolineando che i «nostri rapporti con il governatore e i maggiori responsabili militari e della polizia sono ottimi. Ci sono incontri e contatti continui, quotidiani».