Si vota in Afghanistan, ma il clima è già di guerra
Dieci candidati già uccisi, migliaia di seggi chiusi per motivi di sicurezza, elezioni rinviate a Kandahar per un attacco terroristico, rischi di brogli e corruzione
KABUL – Voto posticipato in una intera provincia per un pesante attacco terroristico, almeno dieci candidati uccisi a un giorno dalle elezioni e migliaia di seggi chiusi per motivi di sicurezza. Con queste premesse gli elettori afgani sono chiamati domani a recarsi alle urne per eleggere il nuovo parlamento in una competizione elettorale già messa fortemente in dubbio, non solo dal clima di guerra, ma anche da forti rischi di brogli e dalla corruzione. Oggi le autorità di Kabul hanno annunciato il rinvio delle elezioni legislative nel feudo del movimento radicale dei talebani Kandahar dopo che un attacco sferrato ieri all'interno del palazzo del governatore della provincia, alla presenza del comandante delle forze Nato in Afghanistan, ha ucciso il capo della polizia e il capo dell'intelligence locale. L'attacco è stato rivendicato da movimento radicale dei talebani. La commissione elettorale indipendente annuncerà la nuova data. L'attacco di oggi è solo l'ultimo di una serie di attentati che hanno ucciso almeno dieci candidati. Migliaia di seggi sono stati chiusi e molti elettori probabilmente rimarranno a casa a causa della minaccia di attacchi dei talebani. Quasi nove milioni di aventi diritto si sono registrati per il voto di sabato, il terzo dalla caduta dei talebani nel 2001 che si svolge con oltre tre anni di ritardo.
Tensione altissima
Preparativi fittizi, aspettative di frodi su scala industriale ed escalation di violenza legata al voto minacciano di far deragliare le elezioni, che la comunità internazionale sta in gran parte finanziando. «Stiamo cercando di rendere una situazione terribile leggermente meno grave», ha detto alla France Presse un diplomatico occidentale, riflettendo così un brusco calo delle aspettative di un risultato credibile, anche per gli standard afgani. L'allarme sta crescendo anche per le accuse di cattiva gestione del processo di voto rivolte alla Commissione elettorale indipendente Iec. Commissione che ieri, a due giorni dal voto, non era riuscita a far arrivare i materiali di voto a più di 5 mila seggi elettorali che apriranno alle 7 di domani. Si ritiene che questi materiali includano anche dispositivi di verifica biometrica degli elettori che i leader afghani hanno accettato di usare solo alcune settimane fa rendendoli obbligatori, nonostante non siano stati testati e non richiesti dalla legge. I voti espressi senza questo controverso dispositivo non saranno conteggiati, come ha detto a Afp il portavoce di Iec Sayed Hafizullah Hashimi, anche se il personale dei seggi ha ricevuto poca o nessuna formazione su come usarli. Con il risultato che molti osservatori temono un vero e proprio caos se questi dispositivi dovessero avere guasti o peggio ancora essere persi o distrutti.
Le minacce dei talebani
Ci sono anche timori che i dati possano essere manipolati prima che i risultati preliminari vengano resi pubblici il 10 novembre. «L'utilizzo della tecnologia può aiutare la trasparenza, ma può anche creare confusione se non utilizzata correttamente», ha dichiarato Naeem Ayubzada, direttore della Transparent Election Foundation of Afghanistan. Più di 2.500 candidati sono in competizione per 249 seggi, compresi medici, mullah, figli di ex signori della guerra e almeno un detenuto. La campagna è stata segnata da violenze sanguinose. Finora almeno dieci candidati sono stati uccisi, incluso Abdul Jabar Qahraman che, ieri, è stato fatto saltare in aria da una bomba piazzata sotto il suo divano nella provincia meridionale di Helmand. I talebani hanno avvertito i candidati di ritirarsi minacciando attacchi, e hanno invitato gli insegnanti di impedire che le loro scuole venissero utilizzate come seggi. L'elezione è vista come una prova generale per il voto presidenziale programmato per aprile ed anche come un'importante pietra miliare in vista di un incontro delle Nazioni Unite a Ginevra a novembre, in cui Kabul sarà chiamato a mostrare progressi sui «processi democratici». Gli osservatori si aspettano che l'affluenza alle urne sia di gran lunga inferiore rispetto agli 8,9 milioni registrati per votare nelle prime elezioni legislative dal 2010. Più di duemila centri di voto sono già stati chiusi per motivi di sicurezza e la minaccia di ulteriori attacchi jihadisti potrebbe persuadere molti elettori a rimanere a casa. Circa 54 mila agenti di sicurezza saranno schierati per proteggere il le operazioni di voto.