2 maggio 2024
Aggiornato 03:30
A causa delle minacce talebane

Gen. Castellano: «A Herat molti seggi saranno chiusi»

«Il 90 per cento degli aventi diritto si sono iscritti, ma gli astenuti potrebbero raggiungere il 30 per cento»

KABUL - Nella regione occidentale afgana di Herat, posta sotto il comando militare italiano, molti seggi resteranno chiusi in occasione delle elezioni presidenziali di dopodomani. Lo dice il generale Rosario Castellano, responsabile del Regional Command West in Afghanistan, in una intervista al Corriere della Sera.

150 seggi a rischio - «Su 1.014 seggi situati nella regione occidentale, posta sotto il comando militare italiano, almeno 90 dovrebbero restare chiusi e altri 150 sono a rischio per causa delle minacce talebane», afferma il generale, che comanda circa 5mila soldati del contingente Nato-Isaf (di cui 2.500 italiani).

Ad Herat - prosegue Castellano - «noi operiamo assieme alle nuove forze di sicurezza afgane. Da tre giorni è tra l'altro in corso una grossa offensiva nel distretto di Ghozare e in particolare contro il villaggio di Siashown, qui alla periferia meridionale di Herat. Il capo talebano locale, Ghulam Yahya, che minacciava i seggi e chi decidesse di votare, è stato attaccato da una forza composta di 106 poliziotti e 144 militari afgani, sostenuta da 300 uomini Isaf tra italiani e spagnoli. Il figlio di Yahyah, il 32enne Zacharia, è stato ucciso».

All'esterno le truppe regolari afghane - Per la giornata elettorale di dopodomani, spiega il generale Castellano, l'Isaf lascerà ai poliziotti il compito di «presidiare i seggi, sino a otto in quelli più problematici. All'esterno stanno le truppe regolari afghane. Noi abbiamo pronte forze di intervento veloce. Ma in cinque distretti - Bala Murghab, Mokur, Ab Ikamari, Kadis e Bala Baluch - i nostri uomini sono dispiegati direttamente con i militari afgani e saranno particolarmente sostenuti dalla nostra aviazione».

Il generale ricorda infine che «sui circa 3,5 milioni di abitanti nella regione occidentale, gli aventi diritto al voto sono più di un milione e mezzo. E il 90 per cento si sono iscritti. Un successo, il tasso più alto del Paese. Ma gli astenuti potrebbero raggiungere il 30 per cento».