3 maggio 2024
Aggiornato 13:30
Condanna ad altri 18 mesi di arresti domiciliari del Premio Nobel per la pace

H. Clinton: «Suu Kyi non doveva essere processata»

Segretario Stato si dice preoccupata per condanna a cittadino Usa

GOMA - La leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi «non avrebbe dovuto essere processata nè condannata». E' quanto ha dichiarato oggi il Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, commentando la condanna ad altri 18 mesi di arresti domiciliari del Premio Nobel per la pace, colpevole di aver violato i termini che, dal 2003, regolano la sua detenzione domiciliare, per aver fatto entrare nella sua abitazione di Rangoon un cittadino americano.

«Non avrebbe dovuto essere processata - ha detto Clinton nel corso di una conferenza stampa tenuta a Goma, nella Repubblica democratica del Congo - non avrebbe dovuto essere condannata. Continueremo a chiedere che sia rimessa in libertà».

Preoccupata per John Yettaw - Il Segretario di Stato Usa ha quindi espresso preoccupazione per la pena a sette anni di carcere inflitta al cittadino americano John Yettaw, che nel maggio scorso avrebbe raggiunto a nuoto l'abitazione di Suu Kyi; il suo arresto è all'origine del nuovo processo.

«Chiediamo inoltre il rilascio degli oltre 2.000 prigionieri politici, tra cui John Yettaw - ha detto Clinton - siamo preoccupati per la dura condanna che gli è stata inflitta, soprattutto alla luce delle sue condizioni di salute». Il cittadino statunitense è stato dimesso nei giorni scorsi dall'ospedale, dopo aver avuto delle convulsioni nella prigione birmana in cui è detenuto. Yettaw soffre di diabete, epilessia e disordine post-traumatico.