7 settembre 2024
Aggiornato 19:30
Ampia strategia geopolitica all'interno dello scacchiere russo-georgiano

Il conflitto russo-georgiano dietro al blackout di Twitter

Secondo gli esperti l'attacco sarebbe partito dall'Abkhazia

NEW YORK - Il blackout di Twitter che ha colpito ieri anche gli altri principali social network di Internet potrebbe non essere frutto di un semplice attacco informatico ma rientrare in una più ampia strategia geopolitica all'interno dello scacchiere russo-georgiano. Secondo gli esperti, gli hacker avrebbero infatti attaccato originariamente dalla regione dell'Abkhazia, terra contesa da anni tra Mosca e Tiblisi, e la mossa sarebbe la risposta alla propaganda politica diffusa attraverso il web. Da quale delle due parti sia partita l'offensiva cibernetica non è chiaro ma gli ingegneri americani giurano che la paralisi del sito sia l'ultima arma usata nel conflitto del Caucaso.

Secondo quanto riferito al New York Times dall'organizzazione no profit Packet Clearing House i pirati informatici hanno agito «ingorgando» il traffico dei social network convogliando milioni di utenti contemporaneamente attraverso una catena di mail che ha avviato le pagine di Twitter e Facebook non appena è stata aperta dai destinatari.

Anche LiveJournal.com e YouTube, il più famoso sito per la condivisione di video su Internet, sono stati colpiti ma i danni maggiori li ha subiti Twitter, i cui tecnici sono stati costretti a bloccare l'intero sito per difendersi dall'attacco. L'attacco Facebook sembra invece avere avuto effetti più lievi e secondo alcuni tecnici i due blackout potrebbero non essere direttamente collegati.

Persino Google, il più grande motore di ricerca della rete, è dovuto correre ai ripari alzando ieri pomeriggio le proprie difese per non essere contagiato dall'attacco.

L'oscuramento dei siti che consentono la diffusione di massa di messaggi anche politici potrebbe dunque essere la nuova frontiera dei conflitti internazionali. Twitter, che consente ai propri membri di inviare messaggi di 140 battute visibili a tutti gli utenti, è divenuto infatti negli ultimi mesi strumento di lotta politica in molte parti del mondo, a partire dalle contestazioni che hanno seguito le elezioni iraniane del 12 giugno.