4 settembre 2025
Aggiornato 20:00

Iran, Ministri degli Esteri Ue: Sì al dialogo sul nucleare

Da Corfù i Ventisette chiedono «libertà per i media e la stampa»

CORFU' - L'Unione Europea vuole riavviare i negoziati con l'Iran sul nucleare. Lo hanno confermato i ministri degli Esteri dei Ventisette in un comunicato distribuito dopo le due ore di colloquio di ieri a Corfù, a margine della ministeriale Osce.

«L'Unione Europea invita il governo iraniano a ripristinare e rispettare la libertà dei media, della stampa e di tutti gli strumenti usati dal pubblico iraniano per portare avanti il dialogo democratico» si legge anche nel comunicato.

Nonostante le ripetute critiche dell'Ue nei confronti delle repressioni delle manifestazioni di piazza seguite al voto presidenziale del 12 giugno, l'Europa intende lasciare la porta aperta alla ripresa del dialogo sul nucleare, cercando di mantenere un delicatissimo equilibrio fra i toni di deplorazione per le violenze di Teheran e la necessità di evitare l'isolamento degli ayatollah a livello internazionale.

«Vorremmo tanto avere la possibilità di riavviare al più presto colloqui multilaterali con l'Iran sulle importanti questioni nucleari» aveva detto ai giornalisti prima dell'inizio della ministeriale l'Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue Javier Solana. Mentre a chi gli chiedeva se le proteste indeboliranno il regime di Teheran o influiranno sulle trattative per il nucleare, il ministro degli Esteri svedese Karl Bildt ha risposto che è troppo presto per dirlo.

«Non sappiamo ancora cosa sarà l'Iran fra una settimana o un mese» ha commentato Bildt, il cui paese assume la presidenza di turno dell'Unione Europea mercoledì. «Ovviamente il regime sta cercando di preservare la sua posizione con una repressione molto dura. Ma non può nascondere di essere un regime indebolito. Ha perso tantissima legittimità sia a livello interno sia all'estero» ha affermato Bildt, aggiungendo che «l'esperienza della storia insegna che la repressione può avere successo sul breve termine, ma alla lunga indebolisce un regime».